Molto pacatamente e con dati alla mano, occorre correggere quanto divulgato dal consigliere comunale di corigliano Francesco MADEO sui dati finanziari dei due Comuni. La fonte pare sia per lui un documento, denominato “indagine conoscitiva comparata”, che – nella versione che circola – non reca però alcuna sottoscrizione o timbro da cui dedurre la provenienza. Esso appare viziato da errori metodologici e sembra confezionato, invero, per sostenere una tesi pre-costituita.
Il consigliere MADEO ferma la sua attenzione al debito pro-capite di ogni cittadino delle due realtà. I dati che riferisce si trovano a pagina 13 di detto elaborato. È noto che nello stock di debito pro-capite di un Comune, perché il rilievo possa avere un valore di indicatore, occorre calcolare il peso del debito per finanziamenti e dividerlo per il numero dei residenti.
ASSUNTI CORRETTAMENTE TALI RIFERIMENTI SI HANNO PER I DUE COMUNI RISULTATI OMOGENEI:
corigliano € 37.553.740,00 (debito per finanziamenti): 40.479 ab. = € 937,73. ROSSANO € 35.160.508,00 (debito per finanziamenti): 36.347 ab. = € 967,36.
Non appare corretto, invece, computare i residui passivi, che non potrebbero non essere messi in correlazione con quelli attivi.
Si coglie l’occasione per qualche altra considerazione. I residui attivi riportati dal Comune di Rossano sono maggiori per motivi tutti esplicabili ed effettivamente esplicati nelle sedi ufficiali e competenti; ma anche leggibili ove si scompongano i dati.
In essi, come pure è noto, non rientrano solo le entrate tributarie, ma anche i finanziamenti o le somme comunque dovute da terzi, che non si sono concretizzati nell’anno di riferimento: per esempio ROSSANO – a differenza di corigliano - riporta tra i residui attivi il finanziamento regionale per l’impianto consortile di depurazione (14 MILIONI DI EURO); e poi somme ancora non spese ma dovute dal Ministero per le infrastrutture per i Contratti di quartieri (CIRCA 1 MILIONE DI EURO); le somme rendicontate e dovute dal Ministero della Giustizia per il funzionamento del Tribunale per gli anni pregressi fino a quando il presidio giudiziario ha funzionato (che il ministero riconosce ma ha proposto di pagare a rate). Ed altro ancora. Con la precisazione che per le entrate tributarie, i residui riportati hanno tutti alla base i titoli giuridici e non vi sono restituzioni dei ruoli per inesigibilità, cui far conseguire il discarico.
Nella citata indagine, si compie un’altra operazione fuorviante allorché si calcola la spesa del personale per abitante.
In essa, relativamente a ROSSANO, con evidentissimo errore, viene inglobato il costo per gli ex LSU-LPU, che invece è a totale carico di Stato e Regione.
Mentre, ai fini della comparazione, il calcolo corretto riferito al personale in servizio di ruolo è il seguente:
ROSSANO € 7.015.896,50 : 36.347 ab. = € 193,03
corigliano € 6.686.098,09 : 40.479 ab. = € 165,17
Dato che può completarsi con quello dei dipendenti in servizio per numero di abitanti che per ROSSANO è pari ad 1/214 e per corigliano è pari ad 1/209: anche qui si hanno risultati sostanzialmente omogenei.
Viene imputato, poi, al Comune di ROSSANO la mancata costituzione del fondo contenzioso e spese legali, ma occorre dire che di recente esso ha riconosciuto i debiti derivanti da sentenze, garantendo la copertura finanziaria con avanzo libero di amministrazione.
Per di più sul bilancio corrente ha postato e posta sull’apposito capitolo, somme non solo utili a coprire i costi per i nuovi incarichi legali, ma anche per la definizione di contenzioso in via transattiva quando ciò è suggerito dalle circostanze e serve ad evitare ulteriori costi per l’Ente.
Di contro, invece, il Comune di corigliano pare ritenga – in contrasto con la espressa e chiara previsione dell’art.194/lett. a) del T.U.E.L. – di non dover riconoscere i debiti portati da sentenze o provvedimenti giurisdizionali esecutivi, le cui somme – anche per importo milionario – restano in una sorta di limbo, per nulla coperto dal fondo per il contenzioso del tutto insufficiente.
Il Comune di ROSSANO non ha partecipazioni qualificate in società.
Il Comune di corigliano invece pare di sì ed è perciò tenuto all’approvazione del bilancio consolidato, entro il prossimo 30 settembre: un dato da leggere con attenzione. Solo a quella data potrà sapersi se ed in che misura quella partecipazione ha incidenza negativa sul bilancio dell’Ente, per eventuali perdita della società partecipata.
Si potrebbe continuare, ma gioverebbe a poco. Gli esempi esposti servono solo a dimostrare che gli stessi fatti possono avere letture diverse e – nella persistenza della diversità – non c’è chi può prendersi la ragione, ma occorre un soggetto imparziale che la stabilisca. Basterà ricordare che altra comparazione è stata di recente resa nota dal Dott. SIINARDI, già assessore al bilancio del Comune di corigliano, che per formazione e ruoli svolti ha e adeguate conoscenze, con risultati diversi. Questo per dire, conclusivamente, che il dibattito sulla fusione non può essere viziato da argomenti strumentali, che servono solo a creare confusione nella pubblica opinione. Non è questo il ruolo della classe dirigente. – (Fonte: Lenin MONTESANTO – Comunicazione & Lobbying). |