Sindaci, politici, associazioni, comitati spontanei, imprenditori e semplici cittadini sono scesi, stamani (sabato 3 giugno), in piazza, occupando lo svincolo di Cosenza Nord dell’autostrada Sa-Rc, per dire NO alla rimodulazione dei Collegi uninominali senatoriali Calabria 1 e 2. Per gli amministratori la logica divisoria proposta dall’emendamento di Fiano è improponibile ed inaccettabile, e disunirebbe, allo steso tempo, le due comunità della costituenda città unica Corigliano-Rossano e i loro rispettivi territori. Intanto, contro i dettami della nuova Legge elettorale, al vaglio del Parlamento e prossima ad essere votata, si registra anche la levata di scudi forte e decisa da parte di tutte le forze sociali, imprenditoriali e politiche del comprensorio ionico cosentino e non solo. I Sindaci, attraverso una missiva inoltrata al relatore della Legge elettorale Emanuele Fiano (PD), al Presidente della Prima Commissione parlamentare Affari Costituzionali, Andrea Mazziotti di Celso (Gruppo Civici e Innovatori) e ai suoi componenti, hanno chiesto di rimodulare i Collegi senatoriali Calabria 1 e Calabria 2 che, ad oggi, sono stati individuati e assemblati mettendo insieme Collegi camerali (previsti dal Decreto legge 536/1993) secondo una “illogica” logica orizzontale che divide il territorio provinciale in Cosenza Nord (Corigliano-Paola-Castrovillari) e Cosenza Sud (Rossano-Cosenza-Rende). Al contrario, l’Assemblea vuole raddrizzare la barra geografica prevedendo un’area Est e un’area Ovest con il Collegio 1 composto da Rossano-Castrovillari-Corigliano e il Collegio 2 da Paola-Rende-Cosenza. Soluzione, questa, culturalmente, storicamente e territorialmente oggettiva e conforme ai territori. “Si tratta di una richiesta perentoria e non negoziabile che l’Assemblea dei Sindaci rivendica con forza, annunciando – si legge nella missiva – che sarà attivata ogni forma di protesta, non escludendo le irrevocabili dimissioni e l’apertura della campagna al non voto di tutta la popolazione rappresentata”. L’unica nota stonata, se così possiamo definirla, la poca partecipazione alla maniFestazione di protesta di stamani forse perché organizzata in poche ore, nella giornata di ieri, o forse perché in molti sono partiti per il ponte del 2 giugno. Ora, dopo la missiva inoltrata agli organi competenti, si attendono risposte da Roma in merito alla vicenda che, fin da subito, ha innescato l’indignazione da parte dei sindaci e dei tanti abitanti del territorio, i quali si sentono, ancora una volta, abbandonati dal Governo centrale. Un territorio che, come è noto, è stato penalizzato, negli ultimi anni, da scelte politiche mai condivise dai cittadini. Ci riferiamo alla soppressione dello storico Palazzo di Giustizia di Rossano che è stato accorpato a quello di Castrovillari, al ridimensionamento nel comparto sanitario in cui sono aumentati i disagi per gli utenti, alla chiusura della stazione ferroviaria e alla cancellazione dei treni a lunga percorrenza tra cui lo storico treno che collegava Crotone a Milano. Quest’ultima scelta, quella di dividere i collegi uninominali senatoriali, fa capire che la Piana di Sibari, oltre all’intera area urbana Corigliano-Rossano in odore di fusione, non deve avere futuro e, soprattutto, non deve avere rappresentanti del territorio in Parlamento. |