Promuovere un evento che è legato a doppio filo non soltanto alla storia rurale e popolare della Città ma anche al valore passato, attuale e futuro del patrimonio montano di questo territorio significa investire nella stessa direzione di rafforzamento della consapevolezza interna della propria identità sulla quale l’Amministrazione Comunale resta fortemente impegnata. Al pari del Codex Purpureus, patrimonio UNESCO dell’Umanità, anche tradizioni popolari, laiche o religiose, vanno rivalutate, considerate e promosse come autentici marcatori identitari capaci di distinguere il complessivo patrimonio culturale cittadino e, quindi, di attrarre ospiti diversi per target e in diversi periodi dell’anno.
È quanto dichiara l’assessore alla cultura Serena FLOTTA invitando a partecipare, DOMENICA 21, terza del mese di maggio come prevede la tradizione, alla FESTA DI S. ONOFRIO, attraverso un’iniziativa di trekking alla scoperta del patrimonio montano promossa dall’Amministrazione Comunale insieme al Club Trekking, all’associazione Fotografica LUCE ed al Comitato Festa Sant’ONOFRIO.
Dedicata a quello che viene riconosciuto come il Santo dei Pastori e del Popolo, s.onofrio, essa è considerata una delle più antiche feste d’Italia. – Alle ore 8 è previsto il ritrovo dei partecipanti provenienti dallo Scalo e dai comuni limitrofi su Viale MICHELANGELO (nei pressi dei Bar CAPITAL e GUETOS). – Alle ORE 8.30 tutti i partecipanti si ritroveranno al PONTE DI CELADI per organizzare la partenza. – Il percorso di trekking inizierà da Contrada VALLETTA GAMMICELLA – ACQUEDOTTO del TUFARELLO dove si potranno parcheggiare le automobili. – Attraverso un suggestivo percorso, immersi nella natura e guidati dal presidente del Club Trekking Lorenzo CARA, si raggiungerà quindi l’Eremo di s.onofrio. – La festa – ricorda lo storico Franco FILARETO – si svolge nell’omonima contrada montana in quello che rimane del monastero e ogni anno attrae tantissimi fedeli dai paesi della Sila Greca che accorrono per assistere alle funzioni religiose e laiche. La statua dell’eremita viene portata a spalla in processione per i viottoli attorno la chiesa accompagnata da musica e canti. Un devoto, dietro la statua, porta un lungo bastone ramificato, detto majo, ai cui rami sono appesi numerosissimi taralli fatti in casa dalle sapienti mani delle donne. A conclusione, il parroco celebra la messa all’aperto. È con l’incanto che partono i momenti laici. I membri del Comitato di s.onofrio mettono all’asta i taralli del majo, prodotti lattiero-caseari, conserve, insaccati, vino e animali d’allevamento offerti dalle famiglie. Il ricavato viene utilizzato per la manutenzione della chiesa e della strada. La festa si conclude degustando i prodotti identitari e canti e balli tipici. - (Fonte: Lenin MONTESANTO – Comunicazione & Lobbying - 345.9401195) |