Boom di presenze nella città del Codex per ammirare, nella lunga serata di lunedì 24 aprile 2017, i tradizionali “Fuochi di San Marco” allestiti, per l’occasione, nelle piazze e nei diversi quartieri del borgo antico per non dimenticare il terremoto del 24 aprile 1836. I Fuochi di San Marco, giunti alla loro 181esima edizione, rappresentano uno degli eventi storicizzati più importanti, sentiti e partecipati dai cittadini rossanesi. Uno fra i marcatori identitari più noti di Rossano. La sua ricorrenza è legata al tragico terremoto che colpì la città bizantina nel lontano 1836. Da allora, la tradizione dell’accensione dei fuochi nei diversi rioni del borgo antico si tramanda in ricordo di quell’evento triste. Nella notte del 24 aprile, infatti, essi ricordano le notti passate all’addiaccio dai numerosi sfollati. Tante notti perché le scosse, tra aprile e luglio di quell’anno, furono diverse e ripetute. Il sindaco dell’epoca fece allestire una serie di baracche negli orti del Convento di San Bernardino e lì i tanti terremotati ebbero anche la legna da ardere per il cibo e per riscaldarsi dal freddo in tutto il periodo dell’emergenza. Oggi, invece, questa data si vive in modo diverso con lunghe tavolate, bandite con pietanze tipiche del luogo accompagnate da ottimo bicchieri di vino locale, e animazione musicale dal vivo per sfatare il tabù del terremoto. Straordinaria, tra l’altro, la performance artistica dei diversi gruppi musicale che si sono esibiti in alcune piazze e per le vie principali del borgo antico (tra questi il gruppo TaKabum). La serata, inoltre, è stata animata dai ragazzi dell’Associazione “Maros in Teatro” grazie alla direzione artistica di Maria Rosaria Bianco. Soddisfati, in modo particolare, il sindaco Stefano Mascaro e l’assessore al turismo, nonché vice-sindaco, Aldo zagarese per la buona riuscita della 181^ edizione dei “Fuochi di San Marco” che ha richiamato nell’incantevole centro storico di Rossano migliaia di persone. |