Conoscere «il dettagliato programma dei lavori per singola concessione». Il centrosinistra calabrese rivolge un’interrogazione al presidente della Regione e commissario della sanità calabrese, Roberto Occhiuto, sulla realizzazione dei nuovi ospedali: a presentare l’interrogazione sono il capogruppo del Misto, Amalia Bruni, il capogruppo del Pd, Nicola Irto, e il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Davide Tavernise.
Nel testo, Bruni, Irto e Tavernise illustrano l’iter per la realizzazione dei nuovi ospedali, il cui inizio risale addirittura a 15 anni fa, al 6 dicembre del 2007 quando – spiegano gli esponenti del centrosinistra in Consiglio regionale – è stato stipulato un protocollo d’intesa tra il Ministero della Salute e la Regione Calabria per la realizzazione di nuovi ospedali: Sibaritide, Vibo Valentia, Piana di Gioia Tauro e catanzaro. Il 13 dicembre 2007 di concerto con il Ministero della Salute, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Regione Calabria viene sottoscritto l’accordo di programma integrativo 2007 per il settore degli investimenti sanitari per la realizzazione dei quattro nuovi ospedali (catanzaro, Piana di Gioia Tauro, Sibaritide e Vibo Valentia) per un importo complessivo di 285.589.141,17 euro tra risorse statali e regionali. Nuovo ospedale della Sibaritide 77.000.000 euro; Complesso ospedaliero di catanzaro 99.000.000 euro; nuovo ospedale di Vibo Valentia euro 43.589.141,77; nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro euro 66.000.000,00». Dopo aver ricordato le varie vicissitudini che hanno fermato o rallentato l’iter per la costruzione degli ospedali (tra queste, la revoca dell’ interdittiva antimafia alla Tecnis vincitrice dell’appalto per Gioia Tauro e Sibaritide, il rischio idrogeologico del sito individuato per l’opale di Vibo e la mancata integrazione tra gli ospedali che ha di fatto portato allo stralcio del nuovo presidio del capoluogo dall’Apq), Bruni, Irto e Tavernise chiedono al governatore e commissario Occhiuto di sapere «il dettagliato programma dei lavori per singola concessione, se si è determinato nuovo fabbisogno finanziario alla luce delle tante interferenze verificatesi; se hanno verificato esserci le condizioni per concordare con le imprese concessionarie piani di attività, anche con più turni di lavorazioni, al fine di poter recuperare, sia pure in parte, i tempi di consegna delle opere e, in caso affermativo, se sono intenzionati a riferirne al consiglio regionale e alla commissione competente in termini di ricadute sulla qualità e l’ appropriatezza degli interventi».
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