Un tempo ci andavo spesso. Riprendevo, in effetti, un’abitudine di quand’ero ragazzo e al camposanto scendevo in bicicletta, specialmente in primavera. Sulle tombe mi intrattenevo in silenzio, con discrezione. Mi veniva tutto naturale. Sentivo quei morti come vivi, persone che avevano semplicemente compiuto il loro viaggio in terra ed ora stavano altrove. Un giorno, pensavo, li avrei ritrovati. Oggi, onomastico tuo, dimmi, madre, ti ritroverò davvero?
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