Ieri venerdì 12 febbraio, mentre la preoccupazione per la soluzione della crisi di Governo è stata superata solo nel pomeriggio, nata tutta dentro il mondo dei partiti e della politica, è stato ricordato il quarantesimo anniversario della morte di Vittorio Bachelet, caduto sotto i colpi delle brigate rosse. Il prof. Vittorio Bachelet venne ucciso mentre, all’interno dell’Università La Sapienza di Roma, cercava di raggiungere i suoi studenti in una delle aule della facoltà di scienze politiche. Con lui, le brigate rosse, vollero eliminare non solo il docente universitario, ma anche il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura che, con grande impegno, cercava di tenere unita una delle istituzioni più importanti del Paese, in un momento in cui gli assalti alla democrazia e alle istituzioni erano numerose e abbastanza violente. Persona davvero esemplare che, pur appartenendo al mondo dell’associazionismo cattolico, era stato, infatti, Presidente Nazionale dell’Azione cattolica italiana, e a quello della cultura, non esitò a prestarsi al mondo della politica e a quello delle istituzioni, per difendere lo Stato. Una ricorrenza davvero imbarazzante, in un periodo di così grande confusione non solo politica ma anche etica e culturale, che invita a riflettere. |