Da qui a qualche anno, sarà davvero difficile giustificare l’irresponsabilità, l’inadeguatezza, l’incompetenza e l’insensibilità dimostrate in questi mesi, da quanti, per mandato popolare o per ruolo istituzionale, avrebbero dovuto spendersi e impegnarsi fino allo spasimo, per fronteggiare la tragedia che sta affossando il Paese, a causa del coronavirus. Le omissioni, le inadempienze e le promesse fatte alla comunità e mai mantenute da marzo ad oggi, sono state tantissime. La ristrutturazione del sistema sanitario, la riattivazione delle strutture ospedaliere artatamente soppresse, l’aumento dei posti letto, la creazione di nuovi nuclei di terapia intensiva, e il sostegno alle categorie più danneggiate dal lockdown, sono state operazioni messe in cantiere in maniera assolutamente insufficiente, a vantaggio di discussioni, liti, dileggi e contrapposizioni nocive, che hanno danneggiato in maniera indicibile la comunità nazionale. Quel che è accaduto e continua ad accadere in Calabria, poi, sarà motivo di condanna morale senza appello per coloro che, avendo responsabilità, hanno preferito impegnarsi su altri fronti rispetto a quello delle emergenze, che potrebbero, da un momento all’altro, se non si interverrà in maniera veloce e decisa, far scivolare questa regione nel baratro della tragedia e dell’abbandono senza ritorno. Eppure, questi continuano a parlare di lotta al coronavirus, di buona sanità, e di difesa dell’economia! |