È una vergogna! Dispiace dirlo ma è così. L’ho vissuto sulla mia pelle e forse quando una cosa la vivi in prima persona riesci a capire di più e meglio quello che provano le persone in difficoltà. L’emergenza Covid a Corigliano-Rossano, sul piano dell’assistenza sociale e finanche riguardo a quella che è la macchina solidale, è gestita in maniera pessima. Nessuno, a parte la Chiesa e qualche associazione che si occupa di servizi sociali e che si muovono autonomamente rispetto alle istituzioni, si è interessato e si sta interessando della sorte dei cittadini e delle famiglie che vivono il dramma del contagio e dell’isolamento domiciliare. Non ho remore a dire che l’Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano sta trattando queste persone come se fossero appestati sociali. Parlo sempre della mia esperienza che ho condiviso con altre decine di persone che in queste settimane si sono trovate a dover fare i conti, direttamente e indirettamente, con il virus. Siamo rimasti (e lo siamo tutt’ora) sigillati in casa e nessuno delle istituzioni cittadine si è preoccupata di sapere se avevamo e abbiamo tutt’ora bisogno di una qualsiasi cosa. Non si preoccupano come reperiamo da mangiare, come facciamo ad avere assistenza se abbiamo bisogno di un medicinale. Per il comune siamo dei veri e propri appestati sociali. Menomale che abbiamo le nostre famiglie e non viviamo in condizioni di indigenza. E chi una famiglia non ce l’ha? E chi si trova solo tra i suoi affetti isolato in casa? Per l’Amministrazione comunale questa gente che fine farebbe? E mi dispiace profondamente che questo avvenga nella nostra città che si vanta di essere una città normale, attenta agli ultimi. Non è così. E, allora, mi chiedo: dove sono i servizi sociali? Dove sono quei sorrisi, le frasi belle, dov’è la pratica di tutte quelle belle teorie che poi alla fine non trovano riscontro da nessuna parte? Il Comune di Corigliano-Rossano ha ricevuto tantissimi soldi in questi mesi (parliamo di milioni di euro) per gestire l’emergenza Covid. E che diamine, possibile che non si sia riusciti a trovare il tempo – nemmeno tanto i soldi – per attivare un numero o, ancora, per istituire una task force di protezione civile dedicato ai malati Covid domiciliati e alle persone in quarantena? Il tempo per i selfie, però, e per le grafiche accattivanti da postare sui social per #HoQualcosaDaDirvi è stato trovato. Anche oltre ogni tollerabile misura. Si sarebbe potuto prendere esempio da realtà virtuose del nostro territorio, molto più piccole di Corigliano-Rossano, con molto meno personale a servizio, ma comunque più organizzate. Da Trebisacce a Cariati passando per Crosia, sono tutti comuni che stanno garantendo un supporto concreto alle famiglie quarantenate. Ci sono stati, addirittura, sindaci che sono andati personalmente nelle case dei loro cittadini isolati per sincerarsi della loro condizione sociale. Da noi, nella grande terza città della Calabria questo non è possibile.
Raffaele Vulcano - per il gruppo consiliare “Unione di Centro” |