Mia cara amica, che dalle lontane Americhe mi scrivi, per chiedere nuove del tuo paese e di me. Ti servo, pur sapendo di procurarti dispiacere e fastidio. Nel paese ci sono sempre gli ulivi e gli aranci, il mare e la collina, il castello ed il ponte-canale, come tu li hai lasciati. Di nuovo? Ci sono i fantasmi, che si aggirano tra erbacce e case sventrate. Di me? Sto in equilibrio. Starei meglio, se i governanti locali (“locali” si fa per dire) riservassero almeno uno spicchio di un solo occhio a guardare cosa resti dell’antica Ausonia, città dei Coriglianesi.
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