“E adesso che sei, dovunque sei, chissà se ti arriva il mio pensiero! Chissà se ne ridi o se ti fa piacere.” Sono trascorsi 3 anni da quel 6 settembre, quella mattinata che resterà indelebile nei miei ricordi, mentre te ne andavi nel silenzio, un po’ com’è stata la tua missione ed il tuo ministero. Penso e ripenso a tutte quelle esperienze vissute insieme, perché la vita da “sacrestia” non è così noiosa come può sembrare, è un mondo dove conosci tanta gente e dove spesso fai i conti con la “miseria e la povertà” dell’uomo, non solo materiale. Ricordo quando ti sei arrabbiato mentre ti ho detto che non volevo “diventare prete”, anche se poi ti è passata subito. Ricordo gli sfottò per la nostra rivalità calcistica, ma alla fine ci siamo voluti bene, quel bene mai creato per interessi o per tornaconto personale. Perché la Chiesa intesa come Chiesa devi viverla con gli occhi e il cuore di un bambino, i bambini non “giocano” mai a “fregare” il prossimo o ad accaparrarsi per falsi successi. Caro don Flaminio, come canta Ligabue nella sua canzone, “Chissà se ti arriva il mio pensiero”, sono sicuro che il mio angelo custode, stanco ormai di sopportarmi, ti racconta tutto quello che “combino” su questa terra. Sono 3 anni, sembra ieri. A proposito, metti na buona parola col “Principale” per quello che sta succedendo quaggiù a causa del Covid-19 e che la Madonna, come dicevi tu, ci custodisca col suo manto. Ciao don Flamì… P.s. Domenica 6 settembre alle ore 19.00, nella Chiesa di Maria SS. Immacolata,durante la S. Messa, ricorderemo il carissimo mons. Ruffo.
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