Ne ebbi tante, diverse per forma, dimensione, colore. Le usai come giocattolo, complemento d’arredo, segnatempo. Esercitano, ancora, su di me un certo fascino, mi piacciono, come può piacere un trenino, un orologio. Anche oggi, se mi capita di vederne una, non posso fare a meno di osservarla, toccarla. M’incuriosisce, fin quasi a rapirmi. Nulla, forse, più di una semplice clessidra mi dà l’idea del tempo che passa, irrimediabilmente, come quel po’ di sabbia, che scivola dall’alto, per poi giacere. E quando giace, un ciclo di vita si è concluso.
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