“La devozione Mariana è più forte di qualsiasi avversità terrena”. In un delicato periodo storico, imposto dalla pandemia del covid-19, potrebbe essere questa la massima che racchiude tutta la dedizione alla Madonna del Carmelo in una delle feste più sentite della tradizione della chiesa. Rispettando tutte le norme e disposizione del caso, anche quest’anno nell’area urbana di Corigliano, come ogni 16 luglio che si rispetti si è rinnovata la venerazione alla Madonna del Carmine. Funzioni partite con il sacro novenario, Santo Rosario, preghiera Carmelitana, Messe e meditazioni. Nella serata del 15 luglio, non potendo dar vita alla consueta processione sino all’antica chiesa del Carmelo (sita vicino al fiume Coriglianeto e in fase di ristrutturazione da diversi anni), la statua della Madonna è stata trasferita sul sagrato della parrocchia di Sant’Antonio, dove l’effige risiede da trent’anni, per la benedizione dei giardini e la preghiera di intercessione per le attività agricole. A seguire la Messa della vigilia con una breve serenata “A Maria” e successiva supplica. Nella nottata Adorazione Eucaristica proseguita sino alle prime ore del mattino alla presenza di un gruppo di fedeli. La piacevole e necessaria novità, ideata dal parroco Don Gaetano Federico, è stata dettata proprio dalla prima Messa del 16 luglio fissata alla ore 4:30. Celebrazione aggiuntiva proprio per evitare assembramenti e favorire ugualmente la partecipazione dei tanti devoti. Come da tradizione storica, però, la Messa delle ore 6 ha avuto il suo apice grazie anche quest’anno ai diversi pellegrini giunti anche a piedi sia dalla frazione dello scalo che soprattutto da Schiavonea. Segno votivo ribadito con slancio dopo che lo scorso anno, causa un violento nubifragio, non era stato possibile raggiungere a piedi la chiesa del centro storico. Nutrite tutte le altre Messe della giornata dove tanti bimbi e adulti, per voto, hanno indossato la tipica veste della Madonna del Carmelo. Funzioni officiate dal parroco don Gaetano Federico, don Giuseppe Pisani, don Natalino Carandente e sostenute nell’organizzazione dal consiglio parrocchiale. Nello spunto dell’omelia di Don Pisani, nella prima celebrazione Eucaristica giornaliera del 16 luglio 2020, si è fatto riferimento sia alle letture che alla pagina del vangelo: «L’eredità raccolta da Maria sotto la croce rappresenta l’impegno nei confronti dell’umanità. Maria che con il suo impegno continuo accoglie sotto il suo manto i fedeli che ancora oggi chiedono la sua intercessione. Mediazione avvalorata dalla fede e ritratta dallo scapolare o abitino che dir si voglia, che non è un amuleto magico ma bensì un decoro del credo Cristiano e Mariano. La consacrazione alla Madonna, attraverso lo scapolare, si spiega principalmente nell’impegno di imitarla, almeno negli intenti, a realizzare ogni azione come Lei l’avrebbe compiuta evitando il peccato e imitando le virtù. Il racconto del profeta Elia, inoltre, avvalora la tesi della Fede in nome di un unico Dio da sempre in soccorso del suo popolo». Maria del Carmine che raccoglie in se tanti appellativi che toccano cielo, terra e mare ma che si traducono tutti in conduttrice verso la salvezza eterna.
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