CORIGLIANO-ROSSANO: CARAVETTA “PERCHÉ I LIVELLARI RAPPRESENTANO L’EMBLEMA DELLA CITTÀ UNICA?
Ovviamente questa storia non finirà come qualche consigliere ed amministratore implicato e detentore di terreni civici crede possa finire: a tarallucci è vino
 
domenica 5 luglio 2020 17:40
 
Corigliano-Rossano: Caravetta “Perché i livellari rappresentano l’emblema della Città unica?

Tutti noi cittadini siamo chiamati da qualche tempo ad interessarci dei terreni comunali che da tempo, da almeno 50 anni, sono in mano a possessori che di fatto, ed in massima parte, ritengono che tali terre siano di loro esclusiva proprietà, disconoscendo o quantomeno non riconoscendo alla collettività, cioè a tutti noi, il diritto inalienabile e non usucapibile del bene, quindi del titolo di proprietà che è, e resta, in capo al Comune. Se non fosse stato per la Legge Regionale n.18/ 2007 che ha imposto la ricognizione dei beni Patrimoniali dei comuni tra i quali appunto figurano i terreni civici, di questa faccenda nessuno ne avrebbe parlato. Essenzialmente perché una volta spariti o modificati nel tempo i riferimenti catastali e documentali nonché gli ultimi barlumi di memoria umana , ovvero i testimoni di fatti e di aspetti amministrativi relativi a quei terreni, la partita non si sarebbe proprio giocata. Per fortuna non è andata così ed il match dei terreni civici usurpati in buona parte dalla borghesia agraria o meglio parvenus, è appena iniziato. Sullo sfondo della storia dei terreni civici si colloca una massa di diseredati e di analfabeti che per affrancarsi da carestie , fame e occupazione richiedeva al Comune detentore dei terreni, legname per riscaldarsi, un pezzo di terra per coltivare ortaggi, o ancora per pascolare bestiame . Questo in cambio di un canone di affitto o di un ritorno in prodotti agricoli o caseari che il contadino, o il pastore dava, nei tempi pattuiti, all’amministrazione comunale che gestiva per la collettività. Generalmente erano pagamenti fatti con formaggi, olio, grano o quant’altro potesse sostentare una comunità che attraverso atti solidaristici e di sussidiarietà veniva a formarsi nell’alveo della laboriosità cittadina e contadina e di uno sviluppo dell’autonomia comunale. A questo era destinato in sintesi l’utilizzo dei terreni civici: un aspetto politico, civile ed esistenziale che venne a concretizzarsi nel secolo breve con la legge del 1927.Un diritto esistenziale, universale ed inalienabile che ha percorso secoli dal medioevo ad oggi. Circa 12 anni fa i comuni sono stati interessati dalla legge dello Stato e per tramite dell’ente Regionale legge n.18/2008 ad una ricognizione dei beni patrimoniali. Corigliano Calabro istruisce ed approva con delibera n. 17 / 2017 (appena tre anni fa) un documento di migliaia di pagine tra cui un elenco di referenti o meglio di possessori a diverso titolo dei terreni civici. L’elenco consta di circa 2600 pagine.
In questo elenco vi è la narrazione di intere famiglie che hanno usufruito dei beni della collettività senza colpo ferire e mai , dico mai, versando un solo centesimo nelle casse cittadine e comunali. Rimediare a questa ingiustizia secolare è oggi la missione impossibile del Sindaco Stasi . Stretto tra il suo maggior sponsor elettorale appunto i livellari e la comunità tutta che richiede fatti, legalità, trasparenza e giustizia sociale. È lo scontro secolare tra l’interesse particolare verso quello preminente e generale della comunità.
È in questo preciso momento storico che la questione , difatti la legge , apre a soluzione due distinti percorsi . Una legge con possibilità di condono.
La prima, quella che il Comune si attivi carte alla mano, al fine di far conferire con invito i possessori di cui all’elenco delle 2600 pagine e far dichiarare ai medesimi a che titolo essi occupano quelle proprietà comunali. Che oggi sappiamo in buona parte usurpate o illegittimamente possedute. Sono questi
riscontri già in atti certificati, chiari, univoci riportati nero su bianco che di fatto, e di già , dovrebbe portare il Comune ad avviare una serie di procedimenti, controlli e verifiche di cui lo stesso Sindaco si era reso pubblicamente e con atto sottoscritto disponibile e responsabile nel portare avanti. Lo stesso Stasi avrebbe dovuto relazionarne entro 6 mesi dal Consiglio Comunale tenutosi il 12 agosto 2019. Ovviamente quell’impegno è stato disatteso in ogni sua forma, e sostanza. Dunque è chiaro che Stasi non vuole perseguire il suo cammino sulla strada del buon padre di famiglia. Egli da rivoluzionario new generation preferisce rimandare a tempi migliori il nuovo mondo sperando nell’ altra strada , quella della procedura semplificata che difatti apre alla possibilità, su base volontaria, di poter affrancare o legittimare il possesso di quelle terre.
A tal proposito si è discusso del punto all’ODG nel Consiglio Comunale di venerdì 3 luglio 2020 con l’approvazione ( ha avuto i soli voti affermativi della maggioranza, un solo voto contrario e per il resto l’opposizione astenuta) di attivare la procedura semplificata attraverso l’istituzione di uno sportello comunale per informazioni e disbrigo delle pratiche relative ai terreni civici.
Tuttavia tale escamotage legalizzato e prorogato fino a dicembre 2020, nasconde un condono tombale al misero prezzo di un euro (in media) a mq di terreno che certamente favorirebbe gli stessi possessori illegittimi.
Ora il diritto, la legge ha una sua singolarità su cui la Corte Costituzionale si è più volte espressa ed è la seguente: che non può essere riscattata alcuna proprietà da coloro che hanno compiuto atti illegali o abusi su quei terreni . Difatti se il Comune procedesse ad un controllo dello stato di fatto dei terreni scoprirebbe una realtà da far accapponare la pelle ad un porcospino.
Su quei terreni vi stanno case, ville con piscine, industrie, magazzini, villaggi turistici e camping, strutture varie e modifiche sostanziali che non dovrebbero esserci. In altre parole di quei nominativi ufficiali nelle 2600 pagine, un’altissima percentuale, la quasi totalità, sarebbe chiamata a rifondere i canoni, i danni provocati alla collettività ed a restituire immediatamente i terreni. Inoltre molti di quei terreni sono stati venduti più volte con trattativa tra privati e quindi con atti notarili inefficaci poiché senza alcun passaggio amministrativo, cioè una compravendita che ha escluso l’ente Comunale che di fatto ne detiene la proprietà. Cioè sono questi atti illegali e di sicuro rilievo penale. Ora è chiaro che l’ing Flavio Sindaco Stasi dovrebbe con i suoi dichiarati attributi, urlati dai palchi elettorali, iniziare una campagna di legalizzazione e farsi promotore di una svolta epocale: far restituire il maltolto a noi tutti.
Ovviamente il Sindaco questo non lo farà mai! Cioè non farà il Sindaco e tuttavia, nonostante ciò,
questa storia non finirà come qualche consigliere ed amministratore implicato e detentore di terreni civici crede possa finire: a tarallucci è vino. Difatti la stessa legge richiama i comuni ad attivarsi per la riscossione dei canoni pregressi ed a ristabilire la legalità nel rapporto tra l’ente comunale ed il possessore affittuario che deve rientrare nella titolarità legale del bene. Questo se non fatto nell’immediato rappresenta un danno erariale notevole al quale il Sindaco sarà presto chiamato a risponderne. E di cui insieme ad altri spero tanti ci faremo portatori di interessi nelle sedi competenti. Poiché è lapalissiano che
una riscossione che si rispetti non è possibile che avvenga sostanzialmente su base volontaria. Si tratta di un’ elemosina con la quale gli agrari si laveranno la coscienza con quattro spicci per comprare della vaselina. Insomma vorrebbero prenderci per il culo. È mi spiace che sia il consigliere avv. Rotundo a farsi alfiere di un tale “imbroglio“ morale, etico, politico e sociale.
È invece facile previsione che vi saranno, come nelle migliori tradizioni all’italiana, una serie di attività illecite di cui ad esempio atti a firma di tecnici incaricati che lautamente pagati e in collaborazione con un orbo messo allo sportello comunale non rileveranno abusi o modifiche su quei terreni. Vi sarà una, recrudescenza di prestanomi nullatenenti che dichiareranno di aver occupato illegittimamente il terreno da almeno 100 anni e che quindi faranno da scudo ai molti che per decenni hanno fatto man bassa di finanziamenti, di contributi statali e di un arricchimento attraverso favori politici e clientele elettorali. Infine gli illustri notai che potranno tirare un sospiro di sollievo nell’ aver fatto per anni della legge e dei diritti della comunità carta igienica.
Essenzialmente tutti gli attori politici e la nuova classe dirigente dovranno presentarsi moralmente dinanzi al vero appuntamento con la storia della nuova Città.
Stasi ,dunque, ne è il primo Sindaco eletto a furor di popolo e se il buongiorno si vede dal mattino... Buonanotte Corigliano Rossano.

In fede, un umile artista.
Al secolo Alfonso Pietro Caravetta


COMUNICATO STAMPA
 

 
   
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