A distanza di un anno dalla straordinaria vittoria elettorale che ha portato Flavio Stasi a diventare il primo sindaco della nuova città di Corigliano-Rossano, avvertiamo la responsabilità di contribuire ad avviare una seria riflessione sulla difficile situazione che stiamo vivendo. Andando oltre gli ottimismi di facciata, vogliamo che ci si interroghi sulla tenuta del quadro politico-amministrativo, per le sempre più carenti attenzioni istituzionali ad ogni livello verso il nostro territorio, e sul ruolo che deve avere Corigliano-Rossano ma anche e soprattutto rispetto al processo di costruzione della nuova città. Processo di costruzione, fatta salva comunque la tardiva costituzione della Commissione Statuto in Consiglio comunale, che non ha avuto l’accelerazione che il momento straordinario richiederebbe. A questo proposito, e per chiarezza, diciamo subito che è pura illusione pensare che basti un “normale” governo della città perché si arrivi finalmente alla fusione culturale, politica e istituzionale delle due preesistenti realtà. La costruzione della nuova città potrà compiersi solo con azioni ed iniziative specifiche e continue, tenendo vivo ed alto il livello di confronto delle varie forze impegnate ed interessate alla piena riuscita di questo storico processo, evitando di vivere con fastidio le critiche o suggerimenti di merito, che anzi dovrebbero essere quotidianamente sollecitati. Siamo convinti che per governare una fase così complessa non possono bastare gli sforzi, pure generosi, di una manciata di volenterosi, ma occorre uno sforzo largo e comune. Perché l’obiettivo non è solo quello di governare bene, cosa che peraltro al momento difficilmente si può, purtroppo, riconoscere, quanto soprattutto quello di costruire un clima di crescita civile e di larga partecipazione democratica da cui trarre forza per nuovi e sempre più ambiziosi traguardi. D’altra parte era quanto avevamo condiviso con l’allora candidato a sindaco e che in ogni occasione è stato affermato durante la campagna elettorale. È questa, infatti, a nostro avviso, la ragione di quell’enorme successo, accanto al grande e decisivo sostegno riconducibile al mondo democratico e progressista, in parte da noi rappresentato, che specie su Corigliano ha raccolto tantissimi consensi. Una scelta, la nostra, guidata da una razionale fiducia verso Flavio Stasi, sulle sue qualità politiche e morali, e sull’entusiasmo da lui suscitato, convinti che, sull’onda lunga della sua popolarità e nonostante le oggettive difficoltà di amministrare la nuova grande città, avrebbe saputo costruire la sua azione di governo con uno sguardo lungimirante e collettivo. Abbiamo dato un contributo determinante in termini elettorali e di opinione perché l’attuale sindaco ricoprisse tale carica, senza mai fare mostra di inutili protagonismi e senza pretese di assunzione di impegni organici da parte dello stesso. Oggi, però, dobbiamo registrare che proprio il venir meno di una larga partecipazione di cittadini, delle forze “competenti” e sane della città, ne impoverisce la qualità dell’azione politica complessiva e purtroppo impedisce di superare le pesanti emergenze che viviamo. Con la conseguenza, in un quadro reso oggi ancora più drammatico dall’emergenza economica e sociale post-Covid, che rischia di fare accrescere la sfiducia dei cittadini e, ancor peggio, il rafforzamento di quanti a destra e non solo hanno interesse a far naufragare la bella stagione immaginata con la entusiasmante e coinvolgente vittoria elettorale di un anno fa. La nostra sensazione, e a dire il vero non solo la nostra, è che parte di quel patrimonio di speranze, prospettive, fermenti e aspettative, rischia di essere oggi definitivamente dilapidato da un’inspiegabile gestione tesa, ben oltre lo spirito della legge sull’elezione diretta del sindaco, ad una solitaria azione di accentramento di funzioni e di potere da parte del primo cittadino. Facendo venir meno non solo il coinvolgimento e la partecipazione diffusa, ma finanche la condivisione vera e l’azione coordinata con i suoi più stretti collaboratori e con la stessa maggioranza, anch’essa chiamata, a nostro avviso, a dare un sussulto anche fuori dal Consiglio comunale per rompere le pericolose acque stagnanti della discussione politica in città. Perciò, riteniamo vada favorita l’apertura di un ampio e virtuoso dibattito, che parta dalle difficoltà incontrate, da una rinnovata voglia di dialogo e dalla volontà di recuperare lo spirito originario di una battaglia che un anno fa ha saputo aprire una speranza che oggi non possiamo consentire vada delusa. Non possiamo permetterci passi indietro, la nuova città deve andare avanti, perché è il possibile futuro migliore di questo territorio. Questa è la strada che noi vogliamo percorrere, sicuri che le difficoltà attuali non sono irreversibili e che pure il sindaco Stasi condivida che non c’è alternativa a ritrovare quella connessione sentimentale con il popolo che lo ha eletto, che può e vuole tornare a credere in quella primavera di svolta e di cambiamento che al momento si è speriamo solo interrotta.
Corigliano-Rossano, 26 giugno 202o
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