«Clamoroso a Corigliano-Rossano, il sindaco del popolo fa l’ordinanza per le spiagge e si dimentica… del popolo! I cittadini, quelli che non hanno la possibilità di fittarsi un ombrellone ai lidi privati, potranno andare al mare ammassati come le sardine e bardati con le mascherine. E questo perché non si è stati capaci di dare una giusta regolamentazione alle distanze interpersonali. Tra l’altro tutto il litorale, fatta esclusione degli spazi dati in concessione agli stabilimenti balneari, versa in uno stato di degrado che non ha precedenti».
È quanto denunciano i consiglieri dei gruppi di opposizione Adele Olivo (CCI), costantino Baffa (Lega Salvini) e Vincenzo Scarcello, Gennaro Scorza e Raffaele Vulcano (UDC) commentando l’ordinanza del primo cittadino sulle Misure Straordinarie e urgenti per il contenimento del contagio da Covid-19 sul territorio comunale del Comune di Corigliano-Rossano.
«Pensavamo che 3 mesi di rintanamento nella sede della Protezione civile avessero aiutato anche partorire un’ordinanza spiagge più concerne alle esigenze dei cittadini. E invece ne viene fuori un dispositivo che amplia di venti metri per lato le aree spiaggia in concessione ai privati, diminuendo drasticamente (questo è il caso di Sant’Angelo) gli spazi di arenile pubblico».
«Non solo, la spiaggia a libero accesso viene lasciata inspiegabilmente al proprio destino. Siamo in estate e tutto il litorale di competenza comunale da Foce Crati a Capo Trionto versa nel più totale stato di degrado e abbandono».
«Inoltre, l’unica idea partorita per evitare eventuali contagi al mare, è stata quella di imporre ai bagnanti l’obbligo delle mascherine e la presenza di non meglio identificati steward da spiaggia (chi saranno, chi li selezionerà e soprattutto chi li pagherà?) che dovrebbero vigilare sull’ottemperanza dell’ordinanza. Nessuno, però, ha pensato a quello che potrà accadere su quel poco di spiaggia libera che rimane. E si ci andranno 10 piuttosto che 1000 persone, e se tenere le mascherine a 40 gradi all’ombra può provocare asfissia, questo nessuno lo ha considerato».
«Il sindaco avrebbe potuto studiare metodi più moderni e lungimiranti per dare la possibilità a tutti di godersi il mare in tutta sicurezza. Magari si poteva pensare a sfruttare le tecnologie smart per consentire l’accesso regolato alle spiagge pubbliche. Ad esempio, seguendo le direttive ministeriali, il Comune si sarebbe potuto dotare di una semplice App da cellulare per la gestione degli accessi alle spiagge. Ogni cittadino scaricando questo applicativo sul proprio telefono avrebbe potuto “prenotare”, per un determinato lasso di tempo, il suo posto in riva al mare messogli a disposizione dal municipio. In questo modo avremmo evitato sovraffollamenti ma soprattutto avremmo evitato che la gente stesse accalcata al caldo con le mascherine. Anche perché con questo strumento il Comune avrebbe potuto stabilire scientificamente il numero massimo di accessi su un determinato tratto di spiaggia. Ma questa è una delle tante soluzioni che si sarebbero potute applicare con un po’ più di impegno e dedizione. Invece si è preferito liquidare tutto con un’ordinanza dal tono capestro».
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