Con l’estate alle porte ci ritroviamo , nonostante i proclami elettorali, dopo un anno circa, tra emergenze e disservizi. Tanto sarebbe già grave così ma, difatti, la questione è molto più seria poiché siamo in piena fase di emergenza sanitaria . Così, nel mentre si cerca di coniugare faticosamente la ripresa economica e, nel contempo di tenere lontano il Covid 19, accade, in modo surreale, che in questa Città viene a mancare l’acqua. Cioè si viene privati del mezzo più semplice, il più prezioso dei liquidi che serve, ora più che mai, per igienizzare, sanificare uomini e spazi: vivere. Non si tratta di brevi interruzioni di servizio idrico,di ore, di mezze giornate, ma di intere interminabili giornate senza una goccia d’acqua e senza che qualcuno si degni di darne alcun preavviso. Ad oggi sperando che il servizio venga ripristinato sono ben quattro i giorni di disservizio . Siamo di fronte ad una serie di questioni gravi che vedono potenzialmente una consistente parte della popolazione non solo posta in una condizione di grave disagio, ma esposta al contagio letale del virus. Un paradosso che confligge con le misure finora imposte a suon di proclami web e decreti, emanati e declamati ripetutamente dallo stesso Stasi e l’impossibilità di immunizzarsi attraverso i così tanto richiamati lavaggi frequenti che sono stati un baluardo efficace nel respingere il virus e per questo introdotti quale dispositivo nei vari D. P. C. M.. Un necessario atto, quello di lavarsi costantemente per fermare il reale rischio di contagio per contatto. In Corigliano Rossano, la terza città della Calabria, per estensione la 28esima in Italia, non è solo un palazzo, un quartiere o un isolato a subire questo violento disservizio idrico e sanitario ma vaste aree tra cui, anche, ma non solo, il Centro storico coriglianese. In questi casi non vi possono essere dubbi o giustificazioni , siamo di fronte ad un’amministrazione comunale , quella di Stasi, che ha dimostrato come nel caso di specie una manifesta incapacità nel gestire il sistema di servizio idrico, di manutenerlo adeguatamente, di predisporre nel tempo gli interventi, di informare adeguatamente dei disservizi gli utenti cittadini. Siamo all’ ABC di semplici attività di erogazione di servizi, caramente pagati, nulla di complicato insomma. Eppure! Ancora più grave risulta, ad oggi, con la stagione estiva che giunge, non essere stati informati su cosa si sia fatto in ambito di depurazione ad esempio, ma è certo che se anche in tal caso si pensa di ovviare con giustificazioni farlocche, come ad esempio che “ tanto è da anni così e che bisogna ancora pazientare “, saremmo di fronte a degli amministratori irresponsabili. Insomma era chiaro sin da prima e lo è tutt’ora che siamo in balia di persone inadeguate. Di questi tempi in una Città normale( questo era il leitmotiv di Stasi) è impensabile credere, eppur sta accadendo, che la principale attività di servizio, l’erogazione dell’acqua, venga sospesa e per così tanto tempo. Il Sindaco dovrebbe, oltre che chiedere le dovute scuse alla popolazione, dirci se le sue funzioni straordinarie, in uno stato emergenziale di pandemia che ci ha privati della libertà in nome del valore della vita, si sono per qualche motivo ridimensionate, tanto da farle rientrare nel video serale sindacale che come un carosello, prima della buonanotte, accompagna i cittadini a letto, con l’unico e grave particolare che si va a dormire sporchi o meglio senza quella minima igiene personale necessaria in tempo di Covid 19, e per giunta sudati e con il tanfo addosso della spazzatura. È doveroso, quindi, riprendere un’attività di forte denuncia civica, di pressione politica che muova dall’opposizione di governo cittadino, dalla stessa cittadinanza, per contestare lo stato d’inadeguatezza che sta dimostrando questa Amministrazione comunale a guida Stasi. La situazione peraltro si è ulteriormente aggravata per lo stato in cui versa la raccolta della spazzatura, o meglio il blocco del servizio che si va protraendo da più di una settimana. Cumuli di rifiuti, che ormai strasbordano da strade e vicoli ed il cui tanfo obbliga i residenti, le attività che dovrebbero ripartire, a serrare i battenti con il risultato ben immaginabile di un ulteriore handicap per chi spera ancora di rifarsi delle perdite subite aprendo il proprio esercizio, studio, laboratorio.Si corre così, per inettitudine amministrativa, nel serio rischio di far fallire le molte attività commerciali, artigiane, o peggio di ammalarsi per un incrocio letale di coronavirus, colera, epatite, salmonella malattie derivanti dai rifiuti che fermentando per strada creano tappeti di percolato, di liquami infetti, rifiuti in cui troviamo anche guanti e mascherine e Dio sa cos’altro. Non si pretende di certo che i problemi di un territorio così vasto si risolvano in un solo giorno ma di certo c’è che sono trascorsi circa 12 mesi dall’insediamento del Sindaco Stasi e com’ era prevedibile emergono i fatti crudi e dolenti. Senza alcuna esperienza amministrativa , in assenza di una programmazione e di una non chiara pianificazione di una Città così complessa, di fronte a giovani ed inesperti assessori che ormai sono divenuti fantasmi, ma che comunque percepiscono la loro retribuzione ogni 27, è nell’evidenza che non si va da nessuna parte. Per questo è necessario un ritorno al confronto politico, anche duro, perché si è di fronte a scelte importanti in cui il futuro della Città, restando così le cose, è di per sé già compromesso. Bisogna, dunque. ripartire coniugando le energie migliori per iniziare a governare un territorio non facile, che si presenta con enormi problemi non risolti, ritardi, inefficienze ma che ha dalla sua una potenzialità umana incredibile, che ha voglia di riscattarsi, di vivere, di far rifiorire questa bellissima parte di Calabria. Per questo motivo Stasi dovrebbe gettare la maschera di consumato attore e prendere coscienza che non è una finzione quel che muove ma è chiaramente la realtà fatta di gente e di bisogni e che questa realtà, vera, ha necessità, per poter, sussistere, di servizi primari , ma soprattutto di governanti capaci, oggi, purtroppo, allo stato dei fatti, inesistenti.
Coordinamento Udc Centro storico di Corigliano.
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