Non so se avete sentito che il vaccino anti-covid sarà a disposizione solo per gli Stati Uniti. Perché? Forse stanno investendo nella ricerca fatta da una nota azienda, forse perché lì i farmaci costano molto di più degli altri paesi e per le aziende rappresentano un mercato più appetibile, o forse perché l’Europa e l’Italia non si stanno muovendo per cercare di imporre una licenza obbligatoria che garantisca a tutti i Paesi, anche quelli meno ricchi, di avere a disposizione il vaccino? Certo è che se avremo un vaccino ci sarà un problema di costi per il SSN, almeno inizialmente, quindi non cambierà molto. Altro elemento: in quanto tempo? Passa il tempo ed i risultati sono ancora scarsi. Ci avevano detto 8 mesi, 1 anno. Non credo. Per arrivare ad un vaccino ci vuole tempo, e fortuna. Anche per l’HIV (causa dell’AIDS) si aspettava un vaccino in qualche anno. Ne sono passati quasi 30 e ancora niente. E per fortuna ci sono oggi terapie efficaci. Per arrivare ad un vaccino bisogna “costruirlo“ e quindi capire come il virus si trasmette, entra nell’organismo, si moltiplica, bisogna individuare gli antigeni (i componenti che stimolano la reazione dell’organismo) e capire come attivare la risposta immunitaria efficace che possa eliminare il virus. Di tutto ciò, ad oggi, abbiamo solo teorie e nessuna certezza. Una volta identificato l’ipotetico vaccino occorre sperimentarlo, prima in laboratorio, poi sugli animali e infine sull’uomo, per valutarne la risposta immunitaria, l’efficacia protettiva e la sicurezza. Anche se in una situazione di emergenza, tutte le fasi prevedono tempi tecnici e, risultati favorevoli. Speriamo che tutto avvenga in fretta. E in attesa di ciò? Quello che abbiamo fatto fino ad oggi, e ci ha consentito di superare la prima fase dell’epidemia, con danni contenuti ( e comunque i morti ci sono stati, come dimostrato dal confronto tra questo e l’anno precedente, con un 30/40 % in più nello stesso periodo), cioè: identificazione precoce delle persone che presentano sintomi di infezione, effettuazione tempestiva dei tamponi per la verifica della presenza del virus, isolamento dei casi positivi, individuazione delle persone che hanno avuto contatti stretti e prolungati con i casi e monitoraggio delle loro condizioni di salute e dello stato di infettività attraverso il tampone. Ritorniamo al problema tamponi. Sono necessari ora, saranno necessari nell’eventualità del nuovo picco epidemico, continueranno ad essere necessari per individuare i malati e gli asintomatici fino a quando non ci sarà un’immunita’ di gregge. Per questo è una questione da risolvere, che non può essere lasciata all’improvvisazione, alla buona volontà e all’estemporaneita’. Noi continuiamo ad improvvisare: oggi, con sorpresa di molti, abbiamo tamponato Corigliano-Rossano e l’Alto Ionio. Domani, speriamo arrivino i risultati di Bocchigliero, e tamponeremo (finalmente) Oriolo. Martedì non sappiamo se e dove saremo. Chi vivrà vedrà!
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