Il punto sull’emergenza Covid 19 nell’Alto Jonio cosentino come di consueto viene fatto dal dottor Martino Rizzo dell’Asp di Cosenza. “Sembra che lo tsunami tamponi di rientro – scrive il dottor Rizzo su face book - stia volgendo al meglio. Sono stati accumulati numerosi tamponi, ma non certo migliaia, perché noi in Calabria abbiamo un problema: i laboratori. Per quanti sforzi facciamo, in tutta la Regione oggi possono essere processati ogni giorno circa 1200 tamponi. Nell’unico laboratorio di Cosenza, più o meno 250, di cui 100 provenienti dall’Ospedale dell ’Annunziata. Se il numero è costante, anche la produzione deve essere costante. Così non è stato, a causa dei tamponi effettuati sui nostri concittadini che rientravano da altre regioni: si è creato un imbuto che ha determinato un accumulo. Con un po’ di fatica la situazione si sta normalizzando. Per questo abbiamo dovuto evitare di fare tamponi sul territorio, scelta che io non ho condiviso. Se il laboratorio continuerà a lavorare a ritmo svelto e si eviterà di effettuare nuove attività, nel giro di un paio di giorni la situazione si dovrebbe normalizzare. I dubbi sulla qualità dei risultati e sulle condizioni igieniche dei tamponi. Premesso che non conosco dove e come siano stati conservati, circa la qualità dei tamponi effettuati, se si seguono le indicazioni ministeriali sulla conservazione a temperatura, non ci sono problemi. Possono anche essere congelati e processati dopo tempo. Sulle condizioni igieniche ricordo che il tampone è all’interno della provetta, che si trova all’interno di una busta sigillata, a sua volta inserita in una ulteriore busta chiusa. Quindi è praticamente impossibile ogni contaminazione. Nuovi laboratori? L’attivazione di qualche altro laboratorio, ma a breve e non tra qualche anno, potrebbe garantirà la risoluzione dei problemi, anche perché il tampone naso-faringeo è lo strumento ottimale per la diagnosi di covid-19 (i test rapidi danno falsi positivi e falsi negativi) e ci potrebbe essere una seconda ondata di contagi ( meglio farci trovare pronti). Gli inadempienti, e.... Due ragazzi, di 20 anni, con qualche sintomo, che si mettono in autoquarantena per un lungo periodo, comunicano all’Asp la propria situazione, chiedono consiglio sul da farsi, si attengono alle indicazioni, si sottopongono al tampone, aspettano pazientemente il risultato, che arriva con corposo ritardo, per fortuna negativo, e alla fine, chiedono: adesso possiamo uscire? Certo che si. Siete stati l’esempio di come essere cittadini responsabili. Buona vita ragazzi! E buona vita anche al falso positivo al test sierologico. Dopo una lunga attesa, col risultato negativo del tampone, ha riacquistato la serenità in famiglia. Storie di vita quotidiana. |