La bellezza di vivere la vita non è stare a guardarla mentre scorre, ma partecipare al suo continuo flusso dandole un senso. Soprattutto in questo momento di prova che stiamo attraversando ognuno di noi è chiamato a dare un contributo per alleggerire i pesi che l’altro, il mio vicino porta sulle spalle. Noi non possiamo esistere senza l’altro così come l’altro non può esistere senza di noi. È una relazione diadica che si genera nel momento in cui amiamo. L’amore è il precursore di ogni gesto di solidarietà. Il prendersi cura del prossimo ci conduce verso lo svuotamento del proprio “ego“ , il quale viene donato gratuitamente a un’altra persona nella speranza che esso si indebolisca fino a diventare un “noi“. La consapevolezza del “noi“ si rafforza sempre più quando siamo inebriati dal senso di fratellanza che ci appartiene e che a volte ci sembra solo un concetto astratto mentre invece è tangibile, concreto, osservabile nella vita di tutti i giorni. Nonostante molto spesso tendiamo a sminuire l’ essere umano classificandolo come incurante dei suoi stessi simili, in realtà in periodi come questo, di forte difficoltà, stiamo notando che è possibile agire in uno spirito di comunione e di fratellanza. Il nostro senso di fraternità, sopito in circostanze più serene e tranquille, riemerge improvvisamente quando ad accomunarci è lo stesso dolore. Questa epoca è per molti di sfiducia, di perdita delle proprie certezze, di disperazione ma è possibile trasformarla in un vero e proprio inno alla vita grazie alle innumerevoli opere benevole che ogni giorno si effettuano. Sta venendo fuori quell’ umanità che in alcuni casi prima era solo celata dentro il nostro animo, si sta riscoprendo la bellezza ma anche la caducità della vita che come un fiore prima sboccia e poi appassisce. A salvarci è l’amore, il quale ci consente di gustare la vita. Il volontariato è la chiave di accesso per scoprire la bellezza della vita e rimanerne estasiati. Esso può essere considerato come lo scambio gratuito più bello che avviene: dare se stessi, la propria esistenza per poi riceverla. È una doppia emozione inebriante che conduce il cuore verso la felicità dell’anima, la quale non ha prezzo e non è comparabile a nessun’ altra forma di presunta felicità. Attraverso questo rapporto di interscambio affettivo, esistenziale e profondamente umano emerge un sentimento nobile: l’empatia, che definisco come la comprensione dei bisogni di un’ altro essere umano e la presa in carico delle sue emozioni. Oggi siamo tutti invitati a rispondere all’altro che tende la mano in segno di aiuto con dolcezza, tenerezza e gentilezza. La nostra felicità è nel bene che facciamo, nella gioia che diffondiamo, nel sorriso che facciamo fiorire e nelle lacrime che abbiamo asciugato. Concludo con dei versetti scritti dalla poetessa americana Dickenson: “Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano Se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido non avrò vissuto invano“ (Emily Dickinson)
Paolo Smurra, Commissione Giovani MpV di Corigliano-Rossano
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