Il dottor Martino Rizzo, dirigente dell’Asp di Cosenza, fa il punto dell’emergenza covid 19 nell’Alto Jonio cosentino. Il post di oggi lo potremmo intitolare “Non ho niente da dirvi“. Non ci sono novità, non ci sono nuovi casi, non abbiamo fatto tamponi, cosa vi potrei dire? Zero contagi. Ma non lo dico, perché non ne sono troppo convinto. L’unico elemento nuovo è che non dovremo andare a “chi l’ha visto“, perché abbiamo rintracciato i tamponi fatti il 6 maggio a Corigliano-Rossano. Sarebbero arrivati al laboratorio di Cosenza, insieme a quelli effettuati sui concittadini di rientro in Calabria. Domani dovremmo (il condizionale è d’obbligo) avere i risultati. A chi sono stati fatti questi tamponi? Ad alcuni operatori di servizi essenziali (quindi in contatto con colleghi e cittadini comuni), a tre nostri concittadini in attesa di ricovero ( quindi in condizioni di salute precarie), a quattro persone asintomatiche, ma fortemente sospette di essere positive al virus (quindi possibili fonti di contagio familiare o esterno), a 7 nostri concittadini in quarantena (quindi agli arresti domiciliari, con la tentazione sempre più forte ad “evadere“). Per evitare tutto questo la cosa essenziale sarebbe la tempestività dei risultati, che ci deve consentire di applicare le misure preventive il prima possibile. Avere risultati dopo 6 giorni espone noi tutti ad una serie di rischi. Altro elemento: quando finirà questa “priorità“ per l’analisi dei tamponi effettuati sui nostri concittadini che rientrano in Calabria e quando potremo dedicarci anche ai “locali“? Non si sa. Non ci sono comunicazioni, e poiché non ci sono neanche divieti ufficiali di “tamponare“, ci atterremo per domani alle disposizioni impartite, ma da mercoledì riprenderemo le attività sul territorio, sperando che il mancato monitoraggip di questi giorni non abbia comportato danni gravi. |