Il Reparto Aeronavale di Vibo Valentia, la branca specializzata della Guardia di Finanza deputata, in regione, ai controlli sul mare territoriale che lambisce le coste della Calabria, è impegnato come tutti i reparti del Corpo, nello specifico attraverso la Stazione Navale di Vibo Valentia, nelle attività di prevenzione e contenimento della pandemia in corso, controllando che, anche nel contesto marittimo, i movimenti e le attività dei cittadini avvengano secondo le regole eccezionali e temporanee stabilite a tutela della salute pubblica. Questa responsabilità prioritaria non fa, però, venir meno l’attenzione verso le attività illecite che verosimilmente possono essere reiterate, anche in questa fase eccezionale, da soggetti abituati a operare al di fuori dalle regole. Nelle prime ore di ieri, una motovedetta della Sezione Operativa Navale di Corigliano Calabro, la ramificazione locale del reparto navale menzionato, ha individuato nello specchio acqueo antistante Amendolara, alcune piccole imbarcazioni, i cui occupanti, sotto costa, stavano furtivamente raccogliendo del prodotto ittico. Considerati i bassi fondali e la possibilità che non sarebbe stato facile intervenire nei confronti delle due imbarcazioni qualora si fossero dirette verso il lido sabbioso, prima di intervenire il comandante dell’unità ha allertato i militari della Guardia di Finanza del reparto navale e del Comando Provinciale di Cosenza, già impegnati nel dispositivo di vigilanza anti pandemia a terra, che sono prontamente intervenuti, cinturando l’area e impedendo eventuale fuga da quel lato, consentendo l’intercettazione sia delle imbarcazioni e dei loro equipaggi, in mare, sia dei mezzi presenti a terra, dediti ad attività di pesca non consentita. Sono stati individuati quattro furgoni sorpresi in sosta, in prossimità del punto di sbarco per ricoverare il prodotto ittico raccolto in mare e, a bordo dei barchini, sei persone intente alla pesca di novellame di sardina, i cosiddetti “bianchetti”.La pesca di questo prodotto ittico, fra gli ingredienti tradizionali della sardella calabrese, non è più consentita. L’attuale assetto normativo prevede sanzioni amministrative che, in questo caso, hanno complessivamente raggiunto i 135000 euro, a carico dei sei responsabili. Il pescato, i quattro furgoni e le due piccole imbarcazioni, sono stati sottoposti a sequestro. Considerato che tali soggetti stavano operando al di fuori delle condizioni previste dalle attuali disposizioni di controllo della diffusione della pandemia in atto, essi sono stati sanzionati anche per la violazione delle norme specifiche, con la contestazione delle previste sanzioni amministrative, per 373 euro a testa. Il prodotto sequestrato, pari a più di 1500 chili, non più vitale, di cui non era possibile una restituzione all’ambiente naturale, che avrebbe potuto fruttare al mercato clandestino non meno di 15000 euro, è stato sottoposto a visita, a cura del servizio veterinario dell’Asp di Cosenza alla sede di Rossano-Corigliano e, in quanto idoneo all’alimentazione, è stato consegnato a vari istituti religiosi presenti nel comune, per il suo utilizzo in attività assistenziali ai bisognosi.
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