Riteniamo gravi e azzardate le affermazioni rilasciate in un’intervista ad un’emittente di informazione locale, dal dott. Giuseppe Zuccatelli, sull’apertura di nuovi centri Covid-19, di cui si riporta il link in calce alla presente. Per noi di Rifondazione Comunista, infatti, emergono dichiarazioni, atteggiamenti e metodologia di approccio a dir poco deleterie e antitetiche con le specificità richieste dall’importante funzione ricoperta, qualora rispondenti alla realtà. Nominato Commissario ad acta della Sanità, ai sensi del cosiddetto “Decreto Calabria” n. 35/2019, il dott. Zuccatelli ricopre il ruolo di Commissario Unico dell’A.O. “Pugliese-Ciaccio”, nonché dell’A.O. Universitaria “Mater Domini”, di Catanzaro, oltre quello di Commissario ad interim dell’ASP di Cosenza. Ora, al di là delle discutibili doti di ubiquità, ciò che maggiormente ci indigna è la libertà di linguaggio con cui si esprime e la superficialità nell’illustrare la sua personalissima visione della gestione del Diritto alla salute dei calabresi. Dalle sue parole traspare una parziale concezione del ruolo rivestito, rispondente più che ad una funzione commissariale per il rientro del debito attraverso un piano sanitario concordato con la regione ed il Ministero della salute, l’atteggiamento tipico di un “padrone del vapore”, che decide estemporaneamente quali spostamenti effettuare, senza dover rendere conto ad alcuno, né a superiori valutazioni per gli esiti attesi, tantomeno a coloro che sono i veri portatori di interesse dell’estensione del Diritto alla salute, i cittadini! Quando, con piglio autocelebrativo dice di avere l’esperienza e la facoltà di poter attivare i poli Covid-19 come crede, dimostra, altresì, di muoversi in aperto conflitto sia con le determinazioni regionali, che con le direttive nazionali, ignorando le indicazioni provenienti da ordini professionali, associazioni e dai comitati di cittadini, riconosciuti ed attenti alle dinamiche territoriali. Come si evince anche dal filmato, infatti, dichiara apertamente in preda a chissà quale delirio di onnipotenza che “nessuno lo ha mai fermato” e che mai nessuno oserebbe farlo, poiché, dopo aver sentito i sindaci, lui si muove in piena autonomia nella sua attività di individuazione e realizzazione dei poli Covid-19 in provincia di Cosenza. A proposito del polo di Rossano, sostiene di essere in contatto con il Sindaco Stasi, al quale ricordiamo sommessamente che è il Sindaco della città fusa di Corigliano-Rossano e non della sola Rossano, pertanto, sarebbe opportuno che si attivasse anche per non far chiudere la struttura Ospedaliera di Corigliano, che ultimamente si è vista depredare da Rossano due reparti importanti come Chirurgia e Neurologia. Tuttavia, questo non autorizza il Commissario a continuare nella sua irresponsabile attività di individuazione di poli Covid-19 collocandoli presso Ospedali promiscui, senza sentire il bisogno di dover condividere decisioni di siffatta importanza con istituzioni e organismi di categoria, o di aprire un confronto con coloro che dovrebbero essere i beneficiari di tali strutture, i cittadini, appunto. Tutti gli orientamenti e le indicazioni specialistiche in materia sconsigliano categoricamente questo tipo di prassi, poiché considerate origine e causa di gravissime contaminazioni. E’ palese, inoltre, il sarcasmo con cui ha liquidato l’eventuale utilizzo dell’Ospedale G. Chidichimo di Trebisacce come potenziale centro Covid-19, dando come spiegazione che la magistratura non ha le competenze per stabilire come organizzare una struttura Ospedaliera. E’ importante ricordare che su codesta struttura sussiste una sentenza del Consiglio di Stato la n. 87 del 07/01/2020, che ha stabilito l’immediata riapertura, procedendo anche alla nomina del commissario ad acta per l’esecuzione della sentenza n. 2151/2015, indicandolo nella figura del Ministro o di un suo delegato, che in seguito è stato individuato, dall’allora Direttore generale dott. Mauro, nella figura del dott. Laviola. In riferimento alla battaglia contro il Coronavirus che si sta conducendo in Italia, la Calabria, malgrado le ultime azzardate decisioni della Presidente Santelli, risulta essere una delle realtà più precarie, se non l’anello più debole della catena, quindi, necessita dell’impegno massimo sotto tutti i punti di vista. Ed è proprio per questo motivo che noi rivendichiamo strutture, attrezzature e personale adeguato ad affrontare la problematica, qualificato e che abbia maturato esperienze pregresse in reparti altamente specializzati, che la struttura di Rossano oggi non ha. Ancora oggi mancano i DPI e ci risulta non possedere nemmeno un impianto di areazione a norma, che consenta di diluire eventuali cariche virali presenti all’interno dei locali, così da diminuire il rischio di contagio. Ciò che propone il Commissario, dunque, non solo non ci soddisfa, ma offende l’intelligenza nostra e dei calabresi. Se aveva a cuore il superamento della contingenza sanitaria, oltre che collaborare ad una seria ricostruzione del servizio sanitario regionale, stremato da 11 anni di “Piani di rientro dal debito”, di cui 7 gestiti da un generale della Guardia di Finanza e ora da un generale dei Carabinieri in pensione, avrebbe dovuto garantire almeno una maggiore presenza e non lamentarsi della mancanza di collegamenti. Dice, infatti, di impiegare due giorni per venire in Calabria, quasi a voler sottolineare un’attività filantropica verso i calabresi, come se da queste parti non ci fossero intelligenze e professionalità capaci di fare meglio, sebbene a noi non risulti che venga gratis. A febbraio in un convegno organizzato a Cosenza dal PRC, che ha visto la partecipazione del ricercatore Cubano, Rodolfo Arencibia Figueroa, avevamo detto come affrontare la problematica Covid-19 nella sanità pubblica e nelle RSA convenzionate. Ma, come spesso accade ormai da anni, nessuno ha preso in considerazione le proposte avanzate da noi di Rifondazione Comunista, che nella persona del Segretario regionale Pino Scarpelli, già dal 2007 ha gettato le basi e le linee guida per un Piano Socio-Sanitario, regionale e nazionale unico, perché ogni cittadino che vive in Italia possa avere la consapevolezza di poter contare su un servizio sanitario efficiente e che risponde ad un unico protocollo. Aver derogato alle regioni l’importante funzione della tutela del Diritto alla salute dei cittadini italiani, secondo la logica dell’Autonomia Differenziata regionale, da sempre campo di battaglia delle destre e della Lega, condivisa anche dal PD, ci ha fatto vivere l’attuale disastro che ha colpito anche una Sanità, cosiddetta d’eccellenza, come quella lombarda. E’ sotto gli occhi di tutti, infatti, il fallimento del concetto neoliberista della Sanità privata convenzionata, RSA incluse, in Lombardia con il Pio Albergo Trivulzio e in Calabria con Chiaravalle e Villa Torano. Alla luce di quanto sopra, sia per il metodo che nel merito, il PRC fa suo l’invito del Comitato per il Ritorno all’Autonomia e si associa alla richiesta di rimozione immediata del Commissario, dott. Zuccatelli.
Antonio Gorgoglione (Dirigente Regionale di Rifondazione Comunista)
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