Se, all’inizio della pandemia, coloro che hanno in mano le redini economiche e finanziarie e il destino dell’umanità si sono immediatamente adoperati, per stabilire un nuovo ordine mondiale basato sul potenziamento dei loro affari, noi cittadini, che viviamo una quotidianità fatta di problemi, di segmentazione sociale, e di conflitti, non possiamo attendere la prossima epidemia per decidere come farvi fronte. Se il momento grave e difficile che stiamo attraversando ci sollecita a costruire un futuro condiviso e più solidale tra gli uomini, perché così sarà possibile difenderci meglio da altre probabili minacce, vuol dire che, sin da subito, occorre pensare idee e progetti che abbiano come obiettivo la costruzione di un nuovo ordine sociale fondato sulla cooperazione e la solidarietà. Non possiamo lasciarci abbattere proprio ora che, nel nostro Paese e in Europa, si sta pensando, tra mille conflitti, al riavvio della vita sociale e dell’economia, ma occorre, da subito, introdurre nuovi stili di vita e modelli comportamentali più consoni ad un clima sociale improntato ad una maggiore equità e al rispetto delle regole. In alternativa, continuerebbero a prevalere i vecchi egoismi e i tanti privilegi che, in passato, hanno screditato il nostro Paese e spinto tutto l’Occidente sull’orlo del baratro. Le scelte che, da qui a breve, saranno fatte dovranno avere una sincera valenza politica, e la politica dovrà tornare ad essere quello strumento prezioso che serve a fare il bene di tutti. Papa Paolo VI amava definire la politica: l’esercizio più alto della carità. Beh, se in questi giorni di forte tensione sociale, grazie alla catena interminabile di aiuti messa su dal volontariato e da tanti privati cittadini, molti, tranne i mass media, hanno scoperto o riscoperto il valore della gratuità, della carità, della solidarietà, dell’aiuto fraterno e della vicinanza agli ultimi, vuol dire che lo spirito che ha sorretto queste esperienze, d’ora in poi dovrà essere mutuato dalla politica se, davvero, essa vorrà crescere in mezzo alla gente, e diventare strumento efficace di civiltà, di progresso, e di autentica promozione umana. |