Oggi vorrei rivolgermi a chi vive e pratica nel mondo della scuola: studenti, insegnanti, dirigenti, famiglie e collaboratori scolastici. Domani dopo una breve pausa inizieranno le lezioni, o meglio dire la didattica a distanza. In tempi di emergenza come il nostro é il minimo che si possa fare, ma da alunno credo che questo aspetto della didattica a distanza non abbia la stessa valenza delle spiegazioni, le interrogazioni, compiti e le diverse lezioni in classe. Questo penso che si sappia, sicuramente non doveva venire un marmocchio come me a ribadirlo. In tempi di emergenza come questi, é impossibile ritornare a scuola e seguire le lezioni costantemente. Questo nutre in me un sentimento di malinconia, ogni studente in questo periodo si sta rendendo conto di quanto sia importante essere in classe, a scuola persino coloro che della scuola sembrassero poco interessati. Vorrei rivolgermi a tutti coloro che pensano che ogni studente, ogni insegnate e tutte le altre categorie al di sopra in questo periodo di quarantena se la stiano spassando non é assolutamente cosi. Parto dal presupposto che a me la scuola é sempre piaciuta, dico solo che in futuro vorrei diventare un insegnante e magari adempiendo proprio al modello di qualche mio docente. La didattica a distanza non può comparare la didattica “tradizionale“ però é l’unico metodo da adoperare in questo percorso. Della scuola mi manca tutto, nonostante non sia uno studente eccellente, mi reputo nella media. Ho le materie di cui farei una scorpacciata di studio, altre materie in cui riesco a prendere la sufficienza. Quante volte in questo periodo, mi sono sentito triste perché la scuola mi mancava, perché mi sentivo imprigionato in casa, volendo evadere anche al di fuori dell’impatto scolastico. Mi mancano i miei insegnanti ( tutti persino chi mi era poco simpatico/a ), mentre chiamano l’appello, chi mi rimprovera durante le spiegazioni perché ogni tanto mi parte il lato da comizio politico. Nonostante ci sentiamo tramite classi virtuali, tramite i compiti che ci danno in bacheca e soprattutto gli audio durante la settimana nei gruppi WhatsApp e lì che penso che la scuola sia come edificio che come istituzione mi manca. Siamo tanti studenti a pensarla in questo modo, se non tutti. Nonostante le videochiamate, la connessione scadente, qualche compito di troppo, andare avanti in maniera frettolosa con i programmi, si attinge in me quella malinconia di vedere la scuola. La scuola nei suoi passi positivi, nei suoi passi negativi e nonostante ci siano giorni in cui vorrei chiudere la videochiamata con qualche mio docente non lo faccio, perché so che nei prossimi anni, questa inefficienza farà storia e magari quando la racconterò mi metterò a ridere, in maniera nostalgica. Pensando alla linea che va e viene, il tono dell’insegnante che si blocca a causa di poca connessione e lì che penso e rifletto sulle orme della scuola, sul destino di noi studenti e di tutti gli insegnanti. Sperando di ritornare a scuola, senza la didattica a distanza ma procedendo con il ritmo di un lavoro e di uno studio efficiente, perché tutti noi studenti abbiamo bisogno della presenza fisica dell’insegnante, abbiamo bisogno dei rimproveri se disturbiamo. Abbiamo bisogno di sviluppare un pensiero e i nostri insegnati di arricchirci con le loro spiegazioni dal vivo non in live. Sperando in un prossimo rientro a scuola, concludo con la citazione di Socrate “ Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare.“ Un augurio particolare a tutti i dirigenti, gli insegnanti e soprattutto a noi alunni, sperando di ritornare alla normalità.
Mattia Pio Gammetta 4A S.U. Liceo Scientifico F. Bruno
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