“Ma come deve fare una paziente oncologica a fare i controlli di follow up importantissimi per scongiurare una ripresa di malattia”. Sono questi gli interrogativi che i tanti malati del territorio si pongono a causa della grandi, e tante, difficoltà che stanno incontrando in questi giorni per la prenotazione di una qualsiasi visita utile nello screening ciclico a cui devono essere sottoposti per evitare, con l’individuazione precoce, una possibile recidiva. Al tempo del Corona Virus, sono scomparse tutte le altre malattie. L’ offerta sanitaria dello spoke di Corigliano Rossano, già limitata, è ora concentrata sull’assistenza ai malati del terribile virus, lasciando però senza interlocutori chi soffre di patologie gravissime come chi, per sua sfortuna, combatte contro il cancro. Le segnalazioni sono tante e raccontano tutte di difficoltà nelle prenotazioni, che ad oggi, è stato loro comunicato, non vengono effettuate. Una visita ginecologica piuttosto che un eco addome, risultano impossibili da effettuare. Persone, che dopo una lotta strenua contro una delle malattie più devastanti (almeno prima dell’arrivo del Covid), ora devono combattere una sanità ostruzionistica, che ha messo in stand by esami diagnostici utili al controllo del loro stato di salute. Le voci di persone che vivono questo dramma sono tante. “Se chiamo in ospedale il Cup è chiuso e se chiamo in reparto mi dicono che non possono farmi la visita. Quindi se una persona non ha problemi per il Corona Virus viene lasciata a morire”. Testimonianze accorate e drammatiche, di donne che vivono il dramma nel dramma “Da anni vivo nell’ansia e nella paura e ora in tutto questo caos devo anche rivivere le mie ansie più brutte per i controlli, unito alla paura degli ospedali, che ora non sono più sicuri, ma dove devo recarmi per forza”. Timori e difficoltà, che spesso qualcuno riesce ad appianare grazie ad un “amico” di turno che intercede per una visita che è però un diritto, che perisce sotto l’immane peso del Corona Virus. Volti stanchi, come quello dolcissimo di una giovane donna coriglianese, che da due anni affronta il suo calvario, e che oggi spera che le istituzioni possano, in questo caos, ritornare a interessarsi anche a questa categoria di malati.
Antonella Balestrieri
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