Bonus Spesa, rivedere subito i criteri di attribuzione in quanto quelli attualmente previsti dal regolamento rischiano di creare disparità di trattamento tra i reali bisognosi e chi, invece, non ha assoluto bisogno di accedere al contributo. Siamo consapevoli della difficoltà imposta dall’emergenza e dell’impegno posto in essere dal Comune in questa fase delicata. Ci sono però alcune cose che in questo frangente riteniamo debbano essere riviste. Oltre al reddito netto percepito, allo stato di occupazione e all’assenza di altre entrate superiori al minimo imposto è necessario verificare la reale esigenza, appurando – se opportuno – attraverso autocertificazioni lo stato di giacenza dei conti bancari e postali. Inoltre, occorre prevedere una proroga per la presentazione della domanda e incentivare la compilazione del modulo per via telefonica.
È quanto dichiarano i consiglieri comunali di Opposizione di Corigliano-Rossano, Gennaro Scorza (Graziano Sindaco), Adele Olivo, Vincenzo Scarcello e Giuseppe Graziano (Il Coraggio di Cambiare l’Italia), costantino Baffa (Lega Salvini) e del rappresentante del movimento civico Avanguardia Libera, Raffaele Vulcano.
«Stiamo raccogliendo in queste ore – dicono i Consiglieri – le lamentele di tantissimi cittadini che o non si sentono tutelati dai criteri imposti dal Comune per l’attribuzione del bonus spesa o, ancora, perché non hanno la possibilità di accedere al portale on-line del comune per compilare e inoltrare la domanda. C’è un’indagine Istat di qualche giorno fa con la quale si evidenzia il dato che oltre il 40% dei cittadini italiani non ha un computer e la stragrande maggioranza di questi cittadini, persone che vivono in stato di povertà e difficoltà, oggi è quella che vive il dramma di non poter fare la spesa. E dunque ha bisogno di quel bonus spesa. Ottimo, quindi, l’utilizzo delle procedure on-line, ma non tutti possono farlo. Aver attivato sei linee telefoniche potrebbe essere inutile se attraverso questi numeri, poi, si dà solo consulenza e non si aiutano i cittadini a compilare e inoltrare la domanda. Così come succede con i patronati e così come stanno facendo tantissimi altri comuni. Quindi che si facciano presto i correttivi. Che riteniamo opportuni soprattutto sui criteri di assegnazione dei ticket spesa. La realtà dei fatti è che ci sono un sacco di zone d’ombra nel regolamento e che rischiano di fare rimanere fuori i reali beneficiari. Sappiamo ad esempio – precisano ancora i Consiglieri di Opposizione - che ci sono tanti over 35 inoccupati che per non gravare sui redditi dei loro genitori, magari professionisti, sono usciti formalmente dallo stato di famiglia facendo nucleo a sè. A queste persone di fatto è concesso il bonus ma in realtà non ne hanno assolutamente bisogno. Oppure l’esempio di famiglie sperate, con figli a carico, ma non ancora civilmente divorziate, dove uno dei due genitori è ancora soggetto redditualmente all’altro e magari percepisce il reddito di cittadinanza minimo (più basso della soglia di 250€) e che ha un reale bisogno del bonus. Questi sono solo due dei tanti casi che si potrebbero fare e per i quali non c’è soluzione».
«A questo – concludono - rinnoviamo l’invito alla trasparenza. Così come evidenziato da una nota dell’ANCI e proprio oggi anche dalle Prefetture. Gli elenchi dei beneficiari del bonus devono essere accessibili per evitare che si verifichino, anche involontariamente, delle ingiustizie che in un periodo così delicato non sono ammissibili».
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