Gara di solidarietà che si intensifica in questi giorni, in cui la minaccia di contagio Corona Virus, con l’inasprimento dei numeri delle persone positive è in continuo aumento, diventa sempre più concreta. In prima linea medici ed infermieri, continuamente a rischio contagio ed i quali non hanno la possibilità di contare sui presidi di sicurezza quali mascherine , guanti, visiere o anche camici monouso. Non va diversamente nell’ospedale Guido Compagna, presso il quale, come capitato anche nell’altra struttura sanitaria comprensiva lo spoke, con l’avvento dell’emergenza si è visto ridurre drasticamente il numero dei tali materiali a disposizione, sottratti, verosimilmente, proprio dagli stessi dipendenti. Per l’approvvigionamento di altro materiale ora bisogna votarsi ai santi, e di quelli il Compagna non ne ha mai avuti. Ma a correre in aiuto del personale infermieristico e medico che lavora all’interno del pronto soccorso dell’ospedale coriglianese sono privati cittadini, che quasi con fare materno contribuiscono a rendere il lavoro di questi professionisti più sicuro. E laddove non è arrivata la sanità regionale, sopperisce una sarta di Fabrizio Grande, Catia Morrone, che armata di ago, filo, cotone ed elastico, ha realizzato oltre centocinquanta mascherine, consegnate poi al personale del pronto soccorso. La ditta Global Techonologies Service di Plataci, ha invece donato migliaia di guanti monouso di ottima qualità. Gli infermieri e i medici, sorpresi dalla devozione loro dimostrata e, con una punta di commozione, che viaggia anche sull’onda emotiva del particolare periodo, ringraziano per queste attenzioni. Continuano a mancare camici e visiere. Intanto si anima il dibattito sul mancato centro Covid a Rossano. Pino Le Fosse, già sindacalista e consigliere comunale, esprime il suo disappunto. “Non è giusto- dichiara- che la terza città della Calabria sia stata privata di un hub per il covid-19“. Per Le Fosse, finita questa fase occorrerà pretendere un radicale cambiamento con più servizi e strutture. |