Era ormai primavera sulla spiaggia del Borgo marinaro al tempo della crisi del potente virus infettivo che aveva colpito tanti regni importanti e, in particolare, quelli più ricchi e sviluppati. Non si poteva uscire di casa se non per lavoro, per mangiare o per salute. Tuttavia i marinari artigianali non riuscivano a stare a casa e, anche se il mare era agitato, era forte il richiamo della spiaggia e dell’odore del mare. La sabbia era dorata e luccicava con un sole caldo e piacevole e i piccoli marinari erano sparpagliati fra le tante piccole imbarcazioni. E nel mentre si parlava a distanza con voce alta arrivò il decano dei pescatori locali e, con fare abituale, si appoggiò ad una delle imbarcazioni tradizionali tirate a secco sulla spiaggia per godere della brezza che veniva dal mare agitato di levante. Quasi subito l’anziano pescatore richiamò intorno a sé, con la distanza dovuta da rispettare, tanti altri pescatori interessati ad ascoltare i suoi racconti di mare con riferimento a pescate miracolose, ma raccontava anche dell’apparizione della “piccola magara” attirando la curiosità di tutti. Purtroppo, continuava il decano dei pescatori, al di là dei sostegni parolai, era un momento molto difficile con i pescatori abbandonati al loro destino e con un futuro incerto. Tuttavia, subito dopo scattava l’orgoglio dell’appartenenza: infatti i marinari, nelle tante emergenze superate, sono riusciti sempre ad essere uniti perché insieme sono una vera comunità. Il decano dei marinari continuò il suo racconto, accerchiato da un silenzio rispettoso, cercando di spiegare, soprattutto ai più giovani, che “il virus infettivo” aveva creato questa crisi senza precedenti e aveva messo in grande difficoltà tutti i pescatori, sia quelli della piccola pesca artigianale che quelli delle grandi imbarcazioni fermi da più giorni per problemi legati alla commercializzazione, ma anche per le forti preoccupazioni di questo pericoloso virus. In piena crisi Coronavirus, il settore della pesca era ormai in ginocchio ed è allora che intervenne il principe regnante della nuova grande Contea di “Cicirinellarussa” e per suo volere fu costituita una triade per intervenire nell’emergenza in atto nella pesca in una delle contee più importanti del “Regno della Calabrisella”. La triade era stata formata dopo una lunga riflessione del Principe e fu composta da due forestieri e un valvassino campagnolo con il compito di gestire l’emergenza pesca e, soprattutto, assistere i marinari in preda al panico. La triade era stata armonizzata molto bene con uno che sapeva scrivere e comunicare, un secondo forestiero esperto di economia e bravo a contare i soldi e il terzo era lì a rappresentare il principe e, con grande sacrificio, si calò nel ruolo che gli fu assegnato. A quel tempo, in un regno lontano ma importante per la pesca, c’era un giornale che raccoglieva notizie con varie proposte per la crisi del settore. E fu allora che i due forestieri ebbero una idea geniale: copiare le proposte per presentarle come le proposte di “Cicirinellarussa”. E così fu fatto con un semplice copia e incolla con gradita soddisfazione dei marinari adescati come merluzzi. Ma subito dopo si sentì una voce che veniva direttamente dal mare con riferimento a quei personaggi “chiacchierati e forestieri” che si aggiravano nei dintorni, ma che, come per magia, non erano visibili. Allora, in maniera molto decisa, il decano dei pescatori mise la prua contro il regno della “Calabrisella” e, soprattutto, contro la Contea di “Cicirinellarussa” che, a parere suo, avrebbero dovuto pensare ad interventi diretti a sostenere, soprattutto, i piccoli pescatori in questa emergenza senza precedenti. È, possibile, si chiedeva l’anziano pescatore, che pur di fare apparire impegno nei confronti del settore si è disposti a tutto? Anche a fare copia e incolla? E poi, continuava l’anziano pescatore, la realtà nuda e cruda è che, fra emergenza del Coronavirus, cattivo tempo, crisi, scioperi, disorganizzazione dei servizi, normative per ulteriori divieti all’attività di pesca, eccessiva burocrazia, sanzioni amministrative salatissime, politica ingrippata, impegni disattesi, è veramente duro continuare a fare i pescatori. E con un settore pesca in piena emergenza Coronavirus, ahimé – conclude il decano dei pescatori – c’è sempre qualcuno che specula sulla pelle di questi lavoratori del mare con la complicità di una politica disattenta e con diversi pescatori che si lasciano adescare come merluzzi!
Salvatore Martolotti (Comitato pescatori artigiani)
|