Leggiamo le parole del Presidente Mario Oliverio sulla gestione dei rifiuti e sul ruolo dei capitali privati e ne rimaniamo sorpresi. Innanzi tutto, ma questa ci rendiamo conto sia, da tempo, la normalità, non riusciamo a ricordare un luogo in cui sia stata fatta questa discussione: che sia il Consiglio Regionale, la Giunta ovvero le riunioni con gli alleati di governo. Anzi ricordiamo con chiarezza le sue parole durante la campagna elettorale in favore di raccolta differenziata, sulla necessità di non speculare sui rifiuti e sul pericolo criminalità. Dove sono finiti quei bei propositi? Leggiamo, tremando, di un piano sui rifiuti incentrato sul capitale e sulle imprese private. Leggiamo di visite ad impianti in provincia di Salerno (a digestione anaerobica...tenete a mente questo nome altisonante) che serviranno a produrre energia dal rifiuto. Leggiamo di proroghe del conferimento in discarica di rifiuti speciali. In buona sostanza non troviamo la discontinuità promessa con il governo del suo predecessore. Leggiamo che uno di questi impianti verrà costruito nella Piana di Sibari (magari tra le rovine dell’antica Sibari) e non possiamo che pensare a cosa, da anni, le amministrazioni regionali stanno facendo a questa terra: sanità ridotta all’osso, ferrovie oramai scomparse, nessun Investimento nel porto di Corigliano che solo una sollevazione popolare ha salvato dall’essere ridotto ad una discarica, fallimento delle zone ASI depredate da politici e imprenditori della 488 e tanto altro. Non possiamo non pensare che, a fronte di uno strano dibattito sull’ospedale unico e sui tempi di realizzazione, messi in discussione dal commissario alla sanità Scura e frettolosamente smentiti dalla politica regionale - la stessa che in campagna elettorale prometteva l’aeroporto - ci si ritrovi ad avere in cambio un impianto per la lavorazione dei rifiuti e la produzione di energia. E quest’ipotesi, anch’essa calata dall’alto, senza alcun dibattito ne con il territorio ne con la classe politica, è incompatibile con l’idea di raccolta differenziata: come si può spingere quest’ultima se si pensa di produrre energia dal rifiuto? Appare logico che si cercherà di privilegiare la produzione energetica - che avviene attraverso un processo di “combustione“ seppur con un nome altisonante (la digestione anaerobica appunto) - rispetto all’idea di recupero del rifiuto. Quindi, di grazia, come può essere quest’idea conciliabile con la raccolta differenziata stessa? Come può, questo tipo d’impianto essere conciliabile con la produzione agricola del territorio? Come può essere accettabile da un territorio che ha dati preoccupanti sull’inquinamento ambientale? Come inciderà sul turismo? Qualche anno addietro, la commissione parlamentare antimafia, scrisse una relazione sulla gestione dei rifiuti e sulla criminalità organizzata affermando che i due elementi erano indissolubilmente legati nel meridione d’Italia. Numerose inchieste, soprattutto nel crotonese, hanno confermato questo. Oggi si vuole ripartire da questa pericolosa coabitazione? La storia ci insegna che il privato, giustamente dal suo punto di vista, mira al massimo profitto e questo non sempre coincide con l’interesse collettivo. La privatizzazione del sistema ha prodotto danni enormi per l’ambiente, costi esorbitanti per i comuni e per i cittadini, ed una crescita esponenziale della ricchezza per le organizzazioni criminali che investono in questo settore. Non si tratta, vogliamo prevenire l’arguto consigliere Bevacqua, della “Sindrome di Nimby“...Qui non si vuole salvaguardare il nostro giardino...Noi questo tipo di gestione non lo vorremmo nemmeno nella sua Longobucco. Si tratta, in ordine sparso, di riprendere la discussione politica abbandonando il principio dell’uomo solo al comando, di rispettare i programmi elettorali e, soprattutto, proteggere il territorio dall’ennesima speculazione. |