Un altro caso di suicidio nel carcere di Corigliano-Rossano. Una situazione bollente che si aggrava ogni giorno di più. Dopo i fatti dei giorni scorsi (leggi anche Situazione escandescente nel carcere di Corigliano-Rossano. La penitenziaria è esausta), ieri – durante il turno pomeridiano – un detenuto straniero, ristretto nel circuito di media sicurezza, ha tentato il suicidio per impiccagione.
A darne notizia i segretari nazionale e quello generale aggiunto del sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), Damiano Bellucci e Giovanni Battista Durante, sottolineando che «solo grazie al pronto intervento del personale di polizia penitenziaria addetto alla vigilanza della sezione è stata evitata la tragedia».
«Ricordiamo – scrivono ancora i due sindacalisti – che ogni anno nelle carceri italiane circa 1200 detenuti tentano il suicidio e vengono salvati dalla polizia penitenziaria. Preoccupa la situazione del carcere di Corigliano-Rossano, dove manca una guida autorevole. Come già denunciato – precisano Bellucci e Durante – il direttore fa due accessi alla settimana, perché dirige altro istituto, ma a volte capita che pur essendoci in forza un dirigente della Polizia penitenziaria e un funzionario, anch’essi siano contemporaneamente assenti e l’istituto venga guidato da un ispettore. Riteniamo sia giunto il momento che i vertici dell’amministrazione mettano seriamente mano a una adeguata riorganizzazione – concludono – attraverso gli opportuni avvicendamenti». |