C’è una situazione tesissima tra le mura del carcere circondariale di contrada Ciminata a Corigliano-Rossano, dove si registrano, ormai a cadenza periodica e con sempre maggiore frequenza, episodi di disordine Il penitenziario di Corigliano-Rossano è un istituto all’interno del quale risiedono molti detenuti sottoposti al regime di alta sicurezza e, in particolare, alcuni di questi sono ristretti nel circuito AS2, perché condannati o sottoposti a procedimenti per reati di terrorismo. «Proprio uno di questi – affermano i due dirigenti del Sappe – nei giorni scorsi ha tentato il suicidio, anche se non si comprende bene se sia stato solo un gesto di protesta, oppure avesse realmente intenzione di togliersi la vita». E non sarebbe stato un caso isolato: «un altro detenuto, ristretto nel reparto di media sicurezza – aggiungono – ha ingoiato quattro lamette». E anche in questo caso è sembrato trattarsi di un gesto di protesta. «Il detenuto – raccontano ancora Durante e Bellucci – è stato portato al Pronto Soccorso e al suo rientro, nel primo pomeriggio, si è procurato delle lesioni. Un altro detenuto è andato in escandescenza minacciando tutti. Il personale di polizia penitenziaria, con grande fatica, è riuscito a riportare l’ordine. Una situazione insostenibile aggravata per la mancanza di un direttore in pianta stabile, «cosa che sarebbe necessaria vista la complessità dell’istituto. Intanto al personale di polizia penitenziaria va il nostro plauso per l’ottimo lavoro svolto».
il segretario nazionale ed il segretario generale aggiunto del sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Damiano Bellucci e Giovanni Battista Durante.
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