Signor Ministro, oggi ha visitato questo meraviglioso territorio, incastonato tra la bellezza del mare e dei monti. Per raggiungere Corigliano Rossano ha dovuto percorrere una strada denominata SS.106. Non so cosa Lei ha pensato durante il tragitto, ma quella strada è percorsa quotidianamente da migliaia di mezzi, da pendolari che per motivi di lavoro devono spostarsi, o per motivi di salute cercano speranza altrove. Già, la salute, gli ospedali che quotidianamente raccontano storie tremende, dove i medici operano in condizioni al limite. Quella “106” racconta spesso storie di morte e dolore, vite spezzate. Le nostre strade sembrano essere “bombardate”, buche e voragini, ma non siamo a Beirut o Sarajevo, siamo in Calabria, regione dello Stato Italia, quello Stato che dimentica, che non vede, che non opera. Quella terrà che oggi ha diversi rappresentanti, in Parlamento, del suo Movimento, quella terra che non ha voce, che ha abbassato la testa. Quando tornerà a Roma si ricordi, soprattutto, di tutto quello che non ha visto, dei precari che non vogliono “Card prepagate” ma chiedono lavoro, quei giovani costretti a lavorare per ricevere a fine mese una “miseria”. Questa è la Calabria, Signor Ministro, questo è il grido di chi ha deciso di restare nonostante tutto, con la speranza in un futuro migliore. |