“Secondo migrante morto per denutrizione”. “In Italia 1 milione e 300 mila minori a rischio denutrizione nelle famiglie povere”. Quando si parla di denutrizione non è del tutto scontato parlare di malnutrizione. Difatti, quando le risorse per il cibo scarseggiano e diminuiscono i mezzi per accedere a un’alimentazione sana, ci si affida ad alimenti meno salutari che possono portare a sovrappeso e obesità. Secondo il “Global Status Report on Non-Communicable Diseases 2010” dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), già 8 anni fa in Italia un bambino su tre risultava obeso o sovrappeso e il nostro Paese, malgrado i miglioramenti registrati negli ultimi 10 anni, si colloca al secondo posto in Europa per diffusione dell’obesità infantile tra i maschi (21%) e al quarto per obesità infantile femminile (14%). Di fatto, in Italia il 21,3% dei bambini è in sovrappeso e il 9,3% risulta obeso. Le cause di questi fenomeni sono da ricercare nelle abitudini alimentari non corrette e nei comportamenti sedentari adottati (in particolare, l’8% dei bambini salta la prima colazione; il 33% consuma una colazione non adeguata e il 36% assume ogni giorno bevande zuccherate e/o gassate). L’impatto di tutto ciò sul Sistema Sanitario nazionale è stimato in 4,5 miliardi di euro all’anno. Oltretutto, la malnutrizione è corresponsabile di oltre 3 milioni (pari al 45%) di tutte le morti infantili sotto i 5 anni; inoltre, i bambini e gli adolescenti affetti da obesità e sovrappeso sono esposti fin da piccoli a difficoltà respiratorie, problemi articolari, mobilità ridotta, ma anche disturbi dell’apparato digerente e di carattere psicologico. Obesità e sovrappeso diventano anche fattori di rischio per le principali malattie croniche che si sviluppano in età adulta. Infatti, chi è obeso in età infantile, lo è spesso anche da adulto; aumenta quindi il rischio di sviluppare precocemente fattori di rischio di natura cardiovascolare (ipertensione, malattie coronariche, tendenza all’infarto) e condizioni di alterato metabolismo (come il diabete di tipo 2 o l’ipercolesterolemia). Conseguenza di ciò è che, nella sola Unione Europea, 2,8 milioni di morti all’anno sono dovute a cause associate con il sovrappeso e l’obesità. L’obesità nel mondo sta aumentando a ritmi allarmanti ed è ormai universalmente riconosciuta come una patologia, per la cui cura non esiste una risposta farmacologica, ma si rende necessario un Investimento culturale in chiave preventiva.
Dott.ssa Stella Algieri |