Sono sicuro e certo di interpretare l’unanime sentimento dell’intero quartiere ove abito; un sentimento intriso di dolore e contrizione, sgomento e tristezza, per la notizia, appresa già ieri, dell’improvvisa scomparsa di Giorgio scorzafave, per oltre 50 anni simbolo del Bar “Gerardo”, il bar dell’Ariella, punto di riferimento e di ritrovo dei suoi abitanti e non solo. Lo conoscevo da anni, molti anni, Giorgio, da quando, cioè, il bar aprì i battenti nel quartiere “nuovo” di Corigliano Centro, per la lungimirante iniziativa del suo papà Gerardo e per la operosità genuina della sua mamma Demetrina, intestataria dell’attività. Era un giovanotto lui, e io, un bambino che, mano nella mano con un mio caro amico di infanzia - che da tempo, a causa della politica, mi ha perfino tolto il saluto – andavo a compare la “gomma del Ponte”, un successo per quegli anni. E Giorgio era lì, cortese, affabile, educato, sorridente, disponibile, in quel bar che rappresentò la vera novità del novello centro abitato e un vero e proprio centro di aggregazione che attraeva tanta ma tanta gente. Era poco più che ventenne, il caro Giorgio, ma seppe cogliere i segni dei tempi, perseverando e continuando la genitoriale attività con impegno e competenza e … tramandandola finanche ai suoi figli, degni eredi di una tradizione che, oggi, è altamente competitiva e degna di essere annoverata tra quelle meritevoli di rispetto e considerazione. Era buono, Giorgio. Umile e semplice, nei modi e nei costumi. Ed è stata la sua umiltà e la sua semplicità che lo hanno reso amabile con tutti ed amato da tutti. Come tutte le persone perbene ha lasciato un segno e … un vuoto! Spetta a noi che restiamo, raccoglierne il testimone e colmarlo con il nostro rispetto. Ti sia lieve la terra, caro Giorgio, e “…gli angeli ti conducano, cantando al tuo riposo…” |