La nuova stagione agrumicola è da poco iniziata, preziosa fonte di occupazione, economia, valorizzazione delle eccellenze locali. Sul tema, e sulle annesse problematiche, si registra un interessante intervento del presidente della locale Associazione socioculturale “Generaazioni”, Alfonso Falcone, impegnato nella difesa delle produzioni del territorio e di quanti lavorano in questo settore. “Occorre stringersi attorno alla tutela di quelli che sono i protagonisti dell’importante comparto agricolo, ossia i piccoli produttori, coloro i quali – dichiara Falcone – portano avanti, con impegno e tanti sacrifici, la cura per molti mesi, e infine la consegna dei loro frutti sulle nostre tavole, di quelle che sono le risorse naturali che il territorio di Corigliano Rossano dispone in modo considerevole. Un vero e proprio patrimonio, una vocazione che occorre difendere in tutti i modi e trasmettere alle nuove generazioni, poiché molte di queste piccole e medie realtà produttive sono a gestione familiare, tramandate sapientemente di padre in figlio. In tal senso è importante il lavoro svolto dalle associazioni di categoria che operano a più livelli, così come è fondamentale l’azione posta in essere, con positive ricadute occupazionali sul territorio, dalle cooperative agricole e delle grandi aziende che sono state capaci di affermarsi sui più importanti mercati italiani ed esteri”. Accanto a tutto ciò, evidenzia Falcone, che con la sua associazione porta avanti una politica ‘dal basso’, finalizzata all’ascolto e al confronto quotidiano con le istanze che provengono da tutti gli strati della popolazione, è necessario effettuare controlli a tappeto per evitare che siano etichettati e venduti come italiani agrumi che tali non sono. “Non posso che condividere – prosegue Falcone – l’appello formulato di recente da alcuni produttori locali in merito alla notizia che, in vista dell’apertura della campagna di raccolta del Navel, in Spagna sono giunte massicce prenotazioni dall’Italia di agrumi in foglia. La richiesta maggiore arriva da Lazio, Sicilia, Campania e Calabria, con numerose prenotazioni di arance estere. Tale massiccia e anomala richiesta ci allarma e ci auguriamo che questi agrumi non siano poi etichettati e venduti come prodotto italiano. È pertanto fondamentale che le competenti autorità, Ministero e Regione, intervengano fin da subito con controlli a tappeto per evitare frodi, falsificazioni e imbrogli che danneggerebbero i produttori locali, sottolineando inoltre che questo tipo di commercializzazione può creare seri problemi dal punto di vista fitosanitario con il timore che si possono introdurre parassiti che attaccano gli agrumeti”. |