Se ne è andato così, nella riservatezza e nella dignità che ha sempre caratterizzato la sua esistenza, il caro Ciccio, una delle ultime figure di autentico galantuomo di cui la nostra città può vantarsi per avergli dato i natali. Gioviale, sincero, leale e corretto, nell’agire e nel parlare, nella famiglia e sul lavoro. Sebbene ci separasse l’anagrafica età, posso dire che con lui è continuata una bella amicizia che lo legava a mio padre sin dalla infanzia. Un’infanzia turbata, poi, dalla morte del suo papà, avvenuta per una banale caduta dalla “Scalilla” la sera del 31 dicembre per la pioggia e a causa di qualche botto che lui aveva in tasca e con i quali voleva festeggiare l’avvento del nuovo anno con la sua famiglia. Era un signore, Ciccio, verace e mai austero. Signorilità che gli apparteneva per essere figlio di un funzionario di banca, don Silvio, e di una mamma, donna Elvira, appartenente alla blasonata famiglia De Rosis. Ancora! Per essere nipote di quel don Eugenio Alice che, del nostro Comune oggi soppresso, fu Commissario Prefettizio. Ma non lo era solo per questo. Ciccio era un signore nella vita, buono, mite, pacato, mai avvezzo allo scontro e al litigio…con tutti… E’ stato non solo un padre e un marito amorevole ma un uomo dai mille tratti poliedrici e sani. Nella vita privata, nella professione e nel lavoro, nell’attività pubblica, quale assessore comunale nel quadriennio 1993-1997. Mai borioso, mai altero, mai vanitoso. E’ stato un uomo che ha fatto della semplicità la sua essenza del vivere quotidiano. Io che ho avuto la fortuna di conoscerlo e apprezzarlo nella comune professione forense, posso affermare, con tranquillante sicurezza, che egli, come avvocato del Foro di Rossano prima e di Castrovillari poi, operando nei molteplici Presidi Giudiziari, degnamente, ha servito la Giustizia, ha ricercato la verità, ha onorato la Toga. Gli sia lieve la terra…!!! |