Il Piano Strutturale Associato su cui i Comuni di Cassano, Corigliano, Rossano, Crosia e Calopezzati hanno lavorato per anni è uno strumento di condivisione delle scelte urbanistiche che dovrebbe permettere di fare rete e programmare lo sviluppo futuro delle nostre comunità in maniera più ordinata e sostenibile rispetto a quanto fatto in passato. L’esigenza di ragionare su tali prospettive in un’ottica più ampia è del resto perfettamente coerente con lo spirito che ha spinto le comunità di Corigliano e Rossano ad intraprendere il grande percorso amministrativo che ha portato alla nascita di un’unica città. E dunque riteniamo davvero paradossale e incoerente, per chi ha sostenuto con forza l’idea della fusione sostenendo giustamente che quella della sinergia fra i territori fosse l’unica strada da percorrere in futuro, che si agiti oggi lo spauracchio dell’adozione del psa come ipotetico freno allo sviluppo del territorio e limite per la futura classe amministrativa locale. Dove sono finiti tutti i buoni propositi sul gioco di squadra, sulla necessità di fare fronte comune, sulla comunione di intenti? Perché all’improvviso la condivisione dovrebbe farci paura? E nemmeno vorremmo essere costretti a pensare che una certa classe politica e dirigente abbia pensato sin dall’inizio alla fusione non già come grande opportunità per valorizzare le potenzialità dei rispettivi territori, ma piuttosto come all’ennesima occasione per continuare a gettare disordinate colate di cemento in ordine sparso, portando ancora avanti quel vecchio e fallimentare modello di gestione dei nostri territori che probabilmente ha spinto i cittadini a esprimere un voto di grande cambiamento al referendum. Secondo noi, al contrario, le potenzialità del territorio sono ben altre e comunque possono essere espresse anche in un’ottica di futura condivisione. Anzi, andare in tale direzione è non solo auspicabile ma addirittura necessario. Pertanto riteniamo che l’adozione definitiva del psa sia un atto necessario e improcrastinabile, che possa garantire i cittadini rispetto al rischio che i nostri territori continuino a essere ostaggio della miopia di amministratori incapaci di dare altra prospettiva di crescita ai nostri territori diversa da quella del cemento. Il Commissario Bagnato, peraltro, ha piena legittimazione giuridica e istituzionale per fare ciò che la vecchia politica non ha saputo fare negli ultimi anni, e da parte nostra non può che esservi massimo supporto al suo operato. |