Con questa mia filastrocca dedicata all’ultimo giorno dell’anno, da tutti noi atteso perché preludio di quello nuovo che verrà, auguro a tutti i miei concittadini un felice 2018 all’insegna della salute, della serenità e delle maggiori soddisfazioni umane e professionali.
LA SERA DEL 31 DICEMBRE di Isabella Freccia
Con lo scuro che faceva quasi niente si vedeva tanto fitto lui era, che col coltello tagliare si poteva! Per la strada non c’era nessuno! Era la notte del 31! Con pioggia e vento di tramontana che dentro le orecchie mi fischiava, un rumore mi fece girare. Era un vecchietto che dietro di me camminava!
La barba bianca e le spalle incurvate, camminava a fatica per la strada strada, un cappello nero consumato e di acqua tutto inzuppato. Il viso arrossato e dal freddo agghiacciato, un pantalone di velluto da toppe rammentato, la giacca dalla fodera penzolante e strappata. Le scarpe di cuoio dalla punta bucata lasciavano intravedere delle grosse calze di acqua annegate.
Io tutta scioccata l’ho guardato e una domanda gli ho formulato per sapere dove andava a quell’ora per quella strada strada. Lui, con la testa sempre abbassata e con l’aria sconsolata, una risposta a forza mi ha dato: “Sono l’anno vecchio che sta passando e con anticipo me ne sto andando! Il posto mio all’anno nuovo sto lasciando, con la speranza che tanta salute vi stia portando! Perché con la crisi economica che sempre di più sta arrivando i soldi sono sempre più mancanti. E a me, che sono tanto vecchio, povero, stanco e senza denari, una pensione i politici spero me la facciano trovare! Così felice a tutti voi Buon Anno posso augurare!”. |