L’incontro culturale organizzato al Museo di Sibari dalla Sezione Calabria della “Società Italiana per la Protezione dei Beni culturali” (SIPBC Onlus) il 15 dicembre u.s., si è rivelato di grandissimo interesse ed ha entusiasmato gli intervenuti per gli importanti aggiornamenti emersi dagli interventi dei relatori (archeologi, storici, funzionari del Ministero dei Beni Culturali) in merito agli scavi e alle ricognizioni effettuati nel parco archeologico di Sybaris-Thurii-Copia, tra il 2015 e il 2016, dopo il disastroso allagamento del sito del gennaio 2013. Dopo i saluti e i ringraziamenti agli organizzatori e agli studiosi, del direttore del Museo, dott.ssa Adele Bonofiglio, ha preso la parola il prof. Franco Liguori, presidente della SIPBC-Calabria ed organizzatore dell’evento, che, prima di entrare nel merito della tematica del convegno, ha ricordato, a cinque mesi dalla scomparsa, il Generale Roberto Conforti, presidente nazionale della SIPBC Onlus, da lui definito “un vero servitore dello Stato che ha incarnato per molti anni il simbolo della lotta alla spoliazione del patrimonio archeologico e storico-artistico dell’Italia”. Liguori ha poi detto: “Ho voluto dedicare questo nostro secondo incontro culturale al Museo di Sibari, dopo quello sui Brettii, alla città romana di Copia-Thurii, perché ancora oggi, nonostante le recenti ricerche che hanno rivelato la grande importanza dell’impianto romano, la notorietà di Copia-Thurii, rimane ancora inferiore a quella di Sybaris, la cui ricchezza si è trasformata in un topos letterario che ancora oggi ci influenza” . “Il tema del convegno di questa sera” - ha continuato Liguori – è incentrato sulla terza fase insediativa dal punto di vista storico ed urbanistico, del sito archeologico più importante della Calabria magnogreca: quello di Sybaris-Thurii-Copia: la fase dell’occupazione romana della millenaria storia degli insediamenti antichi nella Piana del Crati, quella che parte dalla deduzione della colonia latina di Copia (193 a.C.), diventata municipio romano nell’89 a.C., e giunge col nome di Thurii-Copia fino alla tarda antichità (VII-VIII sec. d.C.) “. Liguori ha proseguito il suo apprezzato intervento, delineando le vicende di Copia-Thurii dalla sua fondazione fino alla diffusione del Cristianesimo nel Bruzio e alla nascita della sede episcopale di Thurii (III sec.d.C.), una delle più antiche diocesi d’Italia, da cui uscirono due papi dei primi secoli del Cristianesimo, San Telesforo e San Dionisio. Il primo intervento specialistico è stato quello del prof. Maurizio Paoletti, docente di Archeologia classica all’UNICAL, studioso della Calabria di età romana, che ha tracciato un lucido profilo della storia della città di Copia-Thurii, inserita nel contesto dell’occupazione romana della Magna Grecia. “Mancando l’identificazione del foro, dei principali edifici pubblici e di quelli religiosi” - ha detto Paoletti - “lo sviluppo di Copia-Thurii tra il I e il V secolo d.C., nei suoi momenti di ripresa economica e in quelli di crisi, è apprezzabile al Parco del Cavallo, dove un settore di abitazioni, in epoca augustea, fu demolito in favore di edifici di carattere pubblico: un portico semicircolare e un vicino probabile tempietto leggermente sopraelevati su terrazza”. Particolarmente apprezzato è stato l’intervento del dott. Simone Marino, giovane archeologo che dirige l’Antiquarium di Scalea, e che ha partecipato alle recenti campagne di scavo effettuate nel cantiere Casa Bianca, autore di una corposa monografia su Copia-Thurii, edita nel 2010 dalla Fondazione Paestum. Marino, con l’ausilio di un nutrito power-point, ha illustrato nei minimi particolari le ultime ricerche effettuate a Casa Bianca, dove sono emerse testimonianze archeologiche monumentali della città romana di Copia-Thurii , tra cui un complesso santuariale dedicato ad Iside e ad altre divinità egizio-orientali e un quartiere extraurbano con un’area destinata all’educazione sportiva. Di Copia-Thurii sono state scoperte anche due colonne corinzie in crollo, forse pertinenti al portico del foro (ancora non individuato) e complete di tutti gli elementi strutturali, compresi i bellissimi capitelli di età augustea-tiberiana. Sono seguiti altri due interventi di carattere prettamente archeologico, che hanno arricchito il quadro descrittivo delle scoperte effettuate nel 2015/16 nel cantiere di Casa Bianca ed anche al Parco del Cavallo. A fornire questi altri contributi alla tematica del convegno sono stati gli archeologi Adolfo Tosti e Carmelo Colelli, entrambi collaboratori esterni della Soprintendenza archeologica della Calabria, che hanno illustrato i risultati degli “scavi delle trincee drenanti del 2015”. E’ emerso che, nel 2015, grazie allo scavo di una serie di saggi di limitata estensione, effettuati al Parco del Cavallo, sono stati acquisiti una notevole quantità di dati e nuove conoscenze sul palinsesto archeologico del sito: quello delle tre città sovrapposte e compenetrate di Sybaris arcaica, Thurii classica ed ellenistica e Copia romana. La scoperta più importante, comunque, è stata quella di una gran quantità di tegole e coppi pentagonali e di numerose terrecotte architettoniche, sia frammentarie che intere, riferibili al sistema di copertura di un edificio di culto di Sybaris arcaica. Alcune di queste terrecotte sono state esposte, per l’occasione, nell’atrio del Museo Archeologico della Sibaritide, e gli intervenuti al convegno hanno potuto ammirarle. La serata culturale organizzata dalla SIPBC-Calabria in sinergia con la Direzione del Museo, si è conclusa con la consegna degli attestati di partecipazione al “Corso Protezione Beni Culturali sommersi e costieri 2017” al personale del Corpo delle Capitanerie di Porto- Guardia Costiera di Puglia, Basilicata e Calabria, intervenuto numeroso al convegno, su invito del comandante Luigi Leotta, responsabile del corso e socio della SIPBC Onlus. Il presidente, prof. Franco Liguori, si è detto soddisfatto della buona riuscita dell’evento, ha ringraziato tutti gli intervenuti, dando loro appuntamento per la prossima iniziativa in programma agli inizi del nuovo anno. |