Non seguo il calcio con particolare attenzione. Sono ormai lontanissimi i tempi in cui prenotavo il Guerin Sportivo dal mitico ed indimenticabile Ambrosino. Tuttavia ,in queste ore di autentico dramma sportivo per l’Italia quattro volte campione del mondo, è difficile non farsi tentare dalle riflessioni. Leggo di trattative pre dimissioni che invece sarebbero dovute arrivare un minuto dopo la disastrosa eliminazione mondiale. Per buon senso e responsabilità ancor prima che per dignità. Ma credo sia anche questo un elemento paradigmatico della profonda decadenza etica in cui ci dibattiamo nella attuale fase storica. Un campionissimo come Dino Zoff,arrivato secondo con la nazionale nel agli europei del 2000,anche per colpa di un assurdo regolamento che prevedeva il famigerato golden goal,si dimise su due piedi senza batter ciglio.In verità anche per dare una risposta all’allora presidente del consiglio... Mi si perdoni il tratto personalistico,magari degno di miglior causa,ma voglio raccontarvi un episodio infinitamente piu’ piccolo e senz’altro meno dirompente per la storia italiana. Circa sette anni orsono scelsi di entrare in SEL uscendo da Rifondazione Comunista. Lo facevo da una posizione di forza. La federazione che avevo avuto l’onore di guidare per anni era sicuramente una delle piu’ forti ed organizzate d’Italia. E buon parte del gruppo dirigente condivise quella scelta. Non trattai nulla,nemmeno un posto in segreteria provinciale del nuovo partito. Non candidature,nè incarichi. Quando si rappresentano ideali o se vogliamo interessi collettivi è necessario mettere da parte i propri aneliti individuali. Stessa cosa quando per pochi mesi ebbi l’onore di ricoprire il ruolo di Assessore al Comune di Corigliano. Niente eroismi,solo un modo di vivere la vita,che in maniera infinitamente minuscolo prova ad uniformarsi agli insegnamenti di vita ed agli ideali ai quali ho provato da uniformare le mie scelte. Ideali che mi sono stati insegnati al Liceo tra una lettura di Seneca e di Kant. Se vogliamo derivati dall’esempio vivente di uomini e donne che in questo Paese han dato in pegno persino le proprie esistenze per costruire un’Italia differente. Pier Paolo Pasolini Lo definiva il paese nel paese. Un variegato mondo di valori e di virtu’ che ha costruito un ’Italia piu’ giusta,nella quale credere,per la quale lottare,nella quale riconoscersi. Questa non è la mia Italia.... |