Se è vero che va rispettata la volontà delle urne è pur vero che bisogna dare un senso alla legittimità del voto espresso dai cittadini. Bisogna, quindi, puntare ad una fusione fatta per bene, costruire la nuova città, dare concretezza a quelle che sono le speranza di cambiamento di chi si è recato alle urne. Con dispiacere si nota che c’è una classe dirigente che non riesce a venire a capo di questa situazione e aspetta che le soluzioni arrivino dall’alto. Non si è capito che ora c’è bisogno di uomini e donne di buona volontà che sappiano sedersi, confrontarsi, mediare, avere e dare una visione di città unica. Le Istituzioni dovrebbero guidare questo momento di criticità, ma ad oggi nessuno ha però sentito l’esigenza di cominciare un percorso di analisi e di confronto. Partiamo da esperimenti simili ai due tavoli tecnici su diversabilità e politiche giovanili proposti rispettivamente dal Forum Comunale dei Giovani di Corigliano Calabro e Associazione Gruppo Forum e dal gruppo #MotivAzioneComune. Bisogna essere protagonisti di questo percorso per il bene di entrambe le comunità. Ad oggi nessuno dei mille problemi relativi al processo di fusione si vogliono affrontare, come, ad esempio, la riorganizzazione dei dipendenti comunali, la questione relativa ai bilanci, alle scuole, alla sanità, ai rifiuti e ai servizi, e si vuole demandare tutto ad un Commissario. Inutile e strumentale la posizione dell’Onorevole Bevacqua, che vuole da subito spingere il Consiglio regionale a commissariare le due città, non rendendosi conto che così facendo butterebbe ancora di più nel caos totale i due comuni con conseguenti più massicci disservizi ai cittadini (manca ancora l’acqua nelle case!). Dimostriamo di voler fare e di saper fare bene, parlando e lavorando sui contenuti e non ridurre la fusione solamente ad una questione di tempi. Lo dobbiamo a chi ancora una volta si è speso per portare a casa un cambiamento positivo e reale, a chi ha creduto e ancora crede che questa realtà possa davvero cambiare. Se è vero che c’è una nuova classe dirigente emergente sulle due comunità, questo è il momento di dimostrarlo rimandando al mittente la frettolosità che si vuole imporre su questo processo. Non è scritto da nessuna parte che bisogna commissariare oggi e subito le due città ma, è certo invece, che oggi bisogna lavorare, così come vuole la volontà popolare, affinché le due comunità diventino un’unica realtà. Quando saremo stati capaci di dare soluzioni in un’ottica unitaria per le due città, allora saremo pronti a far traghettare istituzionalmente una realtà che già sarà stata creata. Partiamo dall’esperimento di questi due tavoli. Ad oggi bisogna immaginare e creare una grande città intelligente e non solo un agglomerato più grande di case. |