Un ritratto a 360 gradi del grande sovrano borbonico che ricoprì un ruolo da protagonista nello scenario politico europeo del XVIII secolo. Un re progressista. È, questa, la figura che ne viene fuori. Quello di Carlo fu “assolutismo illuminato”, che oggi potrebbe configurarsi come “paternalismo”. Il giudizio storico non può però prescindere dal contesto dell’Europa continentale della prima metà del Settecento, dalle condizioni degli Stati europei, dalle concezioni e dottrine economiche dell’epoca, dall’arretratezza culturale di molti altri sovrani europei. Quello fatto dal prof. CARIDI è un lavoro che costituirà, d’ora in avanti, un punto di riferimento ineludibile per chi vorrà conoscere, studiare o approfondire la figura del migliore sovrano della dinastia dei Borbone”. Ha concluso così la sua articolata relazione lo storico Franco LIGUORI, deputato di Storia Patria per la Calabria, in merito alla presentazione, avvenuta nei giorni scorsi nel Castello Ducale di Corigliano, del libro “CARLO III. Un grande re riformatore a Napoli e in Spagna” scritto dal prof. Giuseppe CARIDI docente di Storia moderna all’Università di Messina e Presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria. Ad introdurre la serata è stato l’Assessore alla Cultura Tommaso MINGRONE che ha portato i saluti dell’Amministrazione Comunale sottolineando l’importanza di promuovere eventi culturali del genere. – Aspetti della vita privata del sovrano borbonico, come la sua tendenza alla depressione e la sua smodata passione per la Caccia, sono stati approfonditi dall’autore Giuseppe CARIDI. – Secondo Francesco PISTOIA, presidente del Centro “Igino Giordani” che ha concluso l’interessante approfondimento storico con diversi richiami all’attualità politica contemporanea, il volume va letto anche per il suo stile che ha reso leggibile il riformismo di Carlo III e che rappresenta una via nuova per studiare la Storia. Per la prima volta – ha tra l’altro detto LIGUORI – il prof. CARIDI, autore del libro, ricostruisce ed esamina criticamente sia il periodo napoletano che quello spagnolo del sovrano borbonico, dando uguale peso e spazio ai due regni. E lo fa, tenendosi distante sia dai toni encomiastici della storiografia filoborbonica (Becattini, Galanti, Bianchini), sia da quelli ipercritici della storiografia di matrice risorgimentale (M. Schipa), e basandosi su fonti di prima mano e di alta affidabilità, come – ha concluso – l’imponente epistolario di Bernardo Tanucci, le lettere del sovrano ai suoi genitori e, naturalmente, i documenti conservati negli Archivi di Stato di Napoli, di Madrid, di Simancas. Gli interventi, moderati da Lenin MONTESANTO che ha più volte provocato i relatori sul valore storico, sui metodi, i contenuti ed i contorni, del decisionismo illuminato, in un parallelismo da Carlo III al Governo RENZI, sono stati intermezzati da pezzi di Bach suonati da Fabio MORELLI. Ad impreziosire il momento culturale è stato l’ingresso improvviso del Presidente del Parlamento albanese Ilir META, di due deputati Blendi KLOSI e Fatmir TOÇI, di Albana SHTYLLA Segretario Generale del Parlamento albanese e di Ermal DREDHA Console generale in Italia, in visita privata a Corigliano. “Più cultura e meno politica”. Con questa esortazione il presidente albanese ha concluso il suo saluto istituzionale nella Sala degli Specchi. Ad accompagnare la delegazione albanese è stato lo stesso sindaco Giuseppe GERACI che ha salutato i relatori e gli ospiti in sala. (Fonte/Lenin MONTESANTO – Comunicazione & Lobbying).
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