“Libri in Baia – Fiera dell’Editoria” è il nome della prestigiosa iniziativa svoltasi anche quest’anno, il 7 e l’8 ottobre scorsi, presso il Centro Congressi dell’Annunziata, Baia del Silenzio, a Sestri Levante. Nella splendida cornice di una delle località più rinomate della Liguria, e dell’intero Paese, ha trovato anche spazio un giovane autore di Corigliano Calabro. Si tratta di Armando Lazzarano, che nell’ambito di tale importante appuntamento culturale ha presentato il suo primo romanzo, “La leggenda di Leon”, su invito del Gruppo Facebook Thriller Storici e Dintorni (TSD) e del suo admin Roberto Orsi. Dinnanzi ad un numeroso pubblico, molto interessato alle tematiche affrontate, Lazzarano ha tracciato i tratti salienti della sua opera e risposto alle domande che gli sono state rivolte nel corso del dibattito, registrando unanimi consensi. “Il libro ripercorre le vicende, o almeno una parte di esse, avvenute durante il Risorgimento italiano. Ho ritenuto opportuno portare avanti la sua stesura – ha spiegato Lazzarano – inserendo le vicende storiche realmente accadute in una dimensione fantasy. Questa fusione tra realtà e fantasia permette di affrontare il tema in maniera completamente diversa da come è stata ed è tuttora affrontata. È necessario, a mio avviso, impostare un discorso su un tema caldo, quale è il Risorgimento italiano, che tiene banco ancora oggi nonostante siano passati più di 150 anni. Cerco di mostrare, raccontando i fatti dal punto di vista soggettivo del protagonista del romanzo, il Barone Leonardo Cortese, come l’idea di unità si sia andata concretizzando e come la stessa abbia trovato terreno fertile in un periodo storico come il XIX secolo. Periodo che ha cambiato completamente i connotati dell’Europa tutta. Era necessaria questa unità? Probabilmente sì. Non erano invece assolutamente necessarie le barbarie dettate da Vittorio Emanuele, incapace come tutta la sua famiglia del resto, e la storia parla chiaro in merito, di intavolare un progetto di unificazione che avrebbe dovuto vedere al centro il popolo prima di tutto e non una mera unione di confini”. “Tra l’inizio della stesura e la sua conclusione – ha spiegato Lazzarano al pubblico intervenuto – sono trascorsi ben 3 anni. Reperire le fonti non è stata cosa facile. Ho trovato molta confusione per quanto riguarda questo periodo, tante campane ma nulla, o quasi, che parlasse in maniera chiara e oggettiva della situazione. Nonostante i problemi, è stato proprio questo a spingermi di ritenere come positiva e interessante l’idea di affiancare al periodo risorgimentale quella sfumatura fantastica che condisce, e non poco, il romanzo. Un testo che ha permesso il proseguo della trama storica è stato sicuramente un lavoro dello scrittore Francese Gilles Pecout. È proprio lui che mi ha permesso con il suo saggio “Il lungo risorgimento” di poter gettare uno sguardo a monte della questione risorgimentale. Così facendo ho potuto ridisegnare il periodo storico stesso inserendo all’interno del contesto quei personaggi di pura fantasia, Leonardo Cortese fra tutti. Questi entreranno in contatto con personaggi realmente esisti e, secondo il mio parere, pilastri della questione risorgimentale. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, l’andare a ritroso nel tempo cercando di risistemare il puzzle risorgimentale, vi rimando ad un testo molto interessante che propone questo passaggio: “Alle radici del presente” del professor Giovanni Pistoia”. Nel libro del giovane scrittore le vicende si svolgono all’epoca del Risorgimento, siamo nel 1800, in un paese della Calabria, Corigliano, fino all’unità d’Italia. Ma perché tale scelta? “È un periodo di cui è necessario parlare in maniera ampia e continuativa se si vuole sistemare una volta per tutte questo paese. La scuola – ha dichiarato Lazzarano – parla sì ai ragazzi del Risorgimento ma in maniera così imperfetta e superficiale da non portare a nessun dibattito in merito. Serviva un qualcosa che aprisse la strada a un confronto, un testo che possa far riflettere sulla questione. Ho pensato di strutturare il mio romanzo, ambientato in questo periodo storico così delicato, conferendogli quella sfumatura fantastica che potrebbe, almeno spero, creare interesse. Sappiamo bene che l’avversione alla lettura è un grosso problema, si legge sempre troppo poco. Immedesimandomi nei ragazzi stessi mi sono chiesto: “In che modo posso far arrivare il messaggio?”. La risposta vien da sé: permettendo loro di scegliere autonomamente il testo da leggere, cosa che il fantasy può fare. Romanzando in maniera classica questo periodo storico il romanzo stesso rischiava di cadere da subito nel dimenticatoio. Conferendo una prospettiva diversa, inserendo al suo interno alcune figure mostruose e delle azioni action, quindi dinamiche, ho di sicuro la possibilità di creare un interesse maggiore. Tutto ciò, è quello che mi auguro, spero possa davvero aprire la strada verso un interesse risorgimentale vero e attivo da parte dello studente e non”. |