FUSIONE: PUZZA DI TRANELLO. TROPPE DOMANDE E NESSUNA RISPOSTA
 
venerdì 6 ottobre 2017 13:37
 
Fusione: puzza di tranello. Troppe domande e nessuna risposta

Siamo ormai agli sgoccioli della lunga discussione che, soprattutto nell’ultimo periodo, sta tenendo alta l’attenzione sul tema Fusione tra Corigliano e Rossano. Al fatidico Referendum consultivo del 22 Ottobre prossimo manca davvero poco, ma a Corigliano e a Rossano, regna ancora tanta confusione.
Tanti i dubbi, troppe le incertezze rispetto a questa Fusione. I cittadini si dividono tra chi legge questa proposta di Fusione come l’ennesimo raggiro messo in piedi per essere, nuovamente, ingannati, e chi guarda alla Fusione nella speranza di vedere finalmente se stessi e la propria città in condizioni dignitose e decorose.
Questa proposta di Fusione, però, non prevede, ad oggi, nessun modello d’azione, nessuna pianificazione, nessun programma, nessun progetto che faccia immaginare la grande città di Co.Ro. I cittadini non sono stati inclusi in nessuna discussione. Non è stato loro chiesto quali siano le esigenze di chi quotidianamente si scontra con carenze, mancanze amministrative e difficoltà giornaliere che nel XXI secolo sono inimmaginabili per qualunque società civile. Giovani e ragazzi non sono tenuti minimamente in considerazione in nessun aspetto del presente delle singole città o quelli futuri delle grande città unica. Crediamo fortemente, invece, che il dialogo e la collaborazione attiva tra amministrazioni e cittadini avrebbero dovuto essere tra gli elementi imprescindibili per la buona riuscita di un progetto così grande e importante come questo della Fusione. Non crediamo assolutamente che le semplici parole possano realmente diventare concretezza, avendo vissuto (nonostante la giovane età) nell’incubo della malapolitica e della cattiva gestione della cosa pubblica.
Questa Fusione, per funzionare realmente, avrebbe bisogno di tutt’altro approccio da parte della classe dirigente, che ha invece preferito pubblicizzare solamente la data del 22 Ottobre rimandando al giorno dopo qualunque tipo di discorso pratico. Per questa travagliata Fusione non è stato addirittura previsto nessuno studio di fattibilità, che avrebbe invece dovuto essere la bussola di amministratori e cittadini per una scelta consapevole e ponderata. Inoltre, lo stesso Referendum consultivo, cui ci apprestiamo a votare, reca con sé l’ombra di non poche perplessità. Fermo restando che la Regione Calabria avrà l’ultima parola sulla scelta di fonderci o meno, come verranno calcolati i voti? Senza quorum è garantita la democrazia? Se in una delle due città vince il “No”, cosa succede?
Ci chiediamo, come possiamo acconsentire ad un passo tanto importante senza la possibilità di avere informazioni? (Per informazioni intendiamo documenti attendibili, carte studiate e progetti condivisi da entrambe le realtà cittadine, non le solite motivazioni date dei sostenitori del “Sì” alla Fusione che continuano a ripetere vantaggi sognati che non hanno nessuna fondatezza reale e/o regolamentata.)
Come possiamo volere questa Fusione - e costruire quindi una immensa città unica - se non si è ancora trovata una unità territoriale in cui i cittadini si identifichino come parte della stessa comunità cittadina e non appartenenti a frazioni e contrade geograficamente coriglianesi ma di fatto a se stanti? Come possiamo avallare questa proposta di Fusione se è mancata e continua a mancare perfino la capacità di comunicare civilmente tra le due amministrazioni? Si riuscirà a gestire le esigenze di un numero così elevato di persone (80.000 circa) se finora non si è riuscito a garantire nemmeno i diritti minimi ai cittadini delle singole città (40.000 circa)? La futura città unica sarà, finalmente, anche a misura di giovane e/o ragazzo? In che modo si è pensato di agire rispetto a economia agricola, marittima e industriale? E il turismo? I beni storico-artistici delle due città, in che modo saranno valorizzati? La Fusione è l’unica possibilità di rilancio per le nostre città? Sono state valutate anche altre alternative?
Siamo giovani e abbiamo sete di sapere e di capire. Siamo giovani, crediamo e cerchiamo onestà. Siamo giovani e speriamo nel cambiamento. Quello vero, che migliora e rende tutti felici. Non possiamo accettare di fare un tentativo lanciandoci nel nulla di questa Fusione. Non è tempo di provare. E’ tempo di agire con la sicurezza, o almeno con buone probabilità di riuscita. Le nostre domande, insieme a quelle di tanti altri giovani e ragazzi, nonché di migliaia di cittadini, non hanno trovato risposta alcuna e questo silenzio puzza di raggiro. Il nostro voto al Referendum del prossimo 22 ottobre non potrà che essere “No”.

Associazione Gruppo Forum

COMUNICATO STAMPA
 

 
   
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