Correva l’anno 97 ed esattamente il mese di settembre, era iniziata la stagione calcistica 97/98 che sarebbe terminata con il 7° posto in classifica della mia seconda squadra del cuore. In quel periodo noi studenti fuori sede (non molti onestamente perché’ il bolognese dicono è falso e cortese) quindi non è per nulla semplice inserirsi tra loro insieme ad altri amici bolognesi, per lunghe notti in via Murri, per chi conosce bologna zona Santo Stefano appena fuori porta, zona altamente residenziale, trattavamo affari miliardari (vecchio conio), badate bene ci riunivamo per fare il fantacalcio, tutto si svolgeva in maniera itinerante, cambiando sempre location, ma sempre come si dice a Bulogna non è un errore in “balotta”(comitiva), alcune volte è capitato di farlo anche in alcune abitazioni, che mi onoro di averle potute frequentare, e nonostante 20 anni ormai trascorsi siamo con questi amici bolognesi ancora legati da sentimenti di amicizia autentica, sono entusiasta per quanto appreso in questa casa. Nel mentre noi compravamo giocatori spendendo fanta miliardi, in una stanza grande ma piena di fumo di sigarette, usando tavoli con sopra carte unte dalle tigelle e dalle crescentine, con fogli e calcolatrici, alzavamo il tono della voce per accaparrarci Zidane, Ronaldo, Buffon, o Paramatti (gioca bene o gioca male Paramatti in Nazionale), cosi si gridava al dall’ara domenica, in un’altra stanza ma nella stessa casa, si faceva politica e che politica !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!. Considerato che le nottate erano lunghe bisognava anche andare alla toilette, quindi rischiavi di incontrare alcuni personaggi che anche loro frequentavano ed avevano la necessità di usare la toilette, sono umani anche loro. Spesso il papà di Paolino M., doveva intervenire entrando nella stanza del fantacalcio, e chiedeva in malo modo di abbassare la voce, “Paolino va la abbassa la voce, stai rompendo i maroni” zio Romano non capisce nulla con gli altri amici, rivolgendosi al figlio perché’ da gran signore qual’e’ non poteva dirlo agli ospiti, la prossima volta chiedi se abbiamo ospiti a casa prima di invadere come il somaro che sei”. Paolino ribatteva e diceva”, babbo siam venuti prima noi, lo sapeva mamma che stasera dovevamo fare l’asta del fantacalcio, Zio Romano e Zio Arturo andassero ben a cagher”. Noi tutti compiaciuti della risposta di Paolino, andavamo avanti imperterriti nel nostro gioco, con grosse risate ed urla di gioia per il calciatore preso nella propria squadra. Ma la curiosità che è peculiare in noi calabresi, si è vero poi io sugni ‘ntricanti, volevo e dovevo sapere di cosa parlassero in quella stanza, e verso le due del mattino, quando ormai i fantamiliardi erano quasi finiti, andai in bagno e con faccia tosta e per puro caso credetemi(bugia!!!!), sentendo ancora parlare nella stanza “politica”, sono entrato senza bussare, proprio per dare l’impressione di avere sbagliato inconsapevolmente, gli ospiti si sono fermati nel loro discutere ed ho chiesto scusa dicendo che avevo sbagliato. Uno dei presenti un tale Beniamino Andreatta, mi disse hai sbagliato stanza, qui non compriamo o vendiamo nulla, un altro signore presente un tale Romano Prodi invece mi chiese se avessi comprato Baggio io ho risposto che mi sarebbe piaciuto ma con Paolino(suo nipote), Fiovo e Bibo’ è impresa impossibile. Da quella notte non ho più smesso di interessarmi di politica, in quella stanza vi era anche Arturo Parisi ed altri che mi guardavano e guardava anche gli altri per dire sono le due del mattino e perdiamo tempo a parlare di “pluma” (sarebbe quella polverina che si trova nei jeans). Raggiungevo l’uscita e chiedevo scusa per l’interruzione, ma il Professore Prodi, mi disse che sarebbe interessante sapere come vive uno studente fuori sede, quali disagi e quali opportunità si vivono a Bologna, io rispondevo che qualora volesse mi metterò d’accordo con Paolino per approfondire la discussione, salutai ed andai via, il Professore Andreatta con tono burbero mi salutò con un freddo ed austero “a presto vederci al circolo delle Sette Chiese”. Non sono mai stato di sinistra o di destra, ma mi riconosco nelle tradizioni cristiano-democratiche, la mia appartenenza politica mi spinge alla coesione al noi e mai all’io, alla responsabilità, e se qualcuno mi considera ondivago non ben comprende certamente perché non vuole, non perché’ non le conosce, le radici cristiano –democratiche. Ciò è importante in questo momento che vive la città di Corigliano Cal., soprattutto nella vicenda fusione con la città di Rossano. In tale circostanza, devo evidenziare e specificare, per quanto possibile secondo la mia esperienza e capacità, due aspetti che sono completamente distinti e separati: - Il primo è di natura giuridico, è inutile prenderci in giro la revoca della delibera non blocca l’iter referendario il 22 ottobre si voterà; - Il secondo è di natura politica, sabato sera a Cantinella durante un vivace dibattito promosso da un comitato del no, che ha visto interventi degni di nota che hanno sollevato legittime perplessità, ho cercato di spiegare la mia posizione. Ho iniziato l’intervento con una battuta ed ho detto che non mi sentivo nella tana del lupo. Voglio ringraziare il tavolo della presidenza, che ha visto relazionare Consiglieri Comunale in carica, ex Consiglieri Comunali, giovani prossimi candidati a Consiglieri Comunali, vi erano tra gli uditori ex amministratori e Consiglieri Comunali che si sono dimessi in questa legislatura(se oggi sono consigliere comunale e perché mi ha trasmesso passione ed ho cercato di imparare alcune delle sue tecniche, ma lui è furbo scaltro, capace sa essere colomba o aquila), ma è politicamente lineare, adesso basta elogi CATA’, ed anche ex capi settori che simpaticamente mi invitavano a frequentare le scuole serali, ed io altrettanto simpaticamente ho risposto l’importante che il professore sei tu, rappresentanti di sigle di sindacati confederali, tra i relatori anche uno dei prossimi candidati a Sindaco della Città che ha già cercato di diventarlo, facendo insieme al Sindaco protempore un grande atto politico, lo definirei il compromesso storico che non avvenne mai a livello centrale ahime!!!!. Oggi ha iniziato una nuova avventura politica, cercando di aggregare le migliori energie della Città, senza guardare le appartenenze politiche, vuole dare alla città un governo di cosiddetta salute pubblica, io ne sarei contento se ciò avvenisse, forza ed in bocca al lupo. Lui convintamente sostiene le ragioni del NO alla fusione, legittima la sua politica, lui ha affermato che non è contro la fusione, ma contesta il metodo utilizzato, vuole tutelare la Città di Corigliano salvarla da un baratro politico ed economico. Tutti i relatori hanno evidenziato che l’atto di revoca è un atto di natura e valenza politica, che ciò serva per inviare un messaggio. Ma dobbiamo dire a chi inviarlo o chi sarebbero i destinatari di tale messaggio? Alcuni dicono alle regione Calabria, e se la regione Calabria rispondesse, ma l’atto di impulso te lo abbiamo chiesto e/o costretto noi a farlo? Secondo me onestamente la risposta sarebbe no!!!!. Altri dicono il messaggio va inviato alla Amministrazione Comunale rossanese e se gli amici di Rossano rispondessero, dicendo ma cari amici coriglianesi, i consigli comunali congiunti sono stati convocati nella stessa ora e nello stesso giorno per puro caso? La risposta sarebbe no!!!!. Altri ancora dicono che il messaggio deve essere inviato a chi ha proposto la legge ed anche alle 100 associazioni che troppo spingono sul percorso da fare. Ed io dico la legge regionale è stata fatta in Corea il proponente è coreano, le 100 associazioni sono tutte formate da uomini e donne che appartengono a poteri forti, massoni, opus dei ed altro ancora, quindi non sono riconoscibili, non hanno una casa, un telefono, non mangiano pizza, usano indumenti simili ai nostri o usano clamidi cilicio e girano le città con il volto coperto o con le piaghe sulle proprie carni. Anche questa risposta ahimè!!!!!! E’ no. Il messaggio che dobbiamo inviare e recepire è uno soltanto, in politica quando si sbaglia non basta assumersi le responsabilità nonostante è un grande atto di umiltà, ma qualcuno che oggi mi definisce ondivago mi ha insegnato, quando ricopre il ruolo di colomba, che quando si è governo “t’agghiuttiri i ruospi” e quando sbagli paghi assumendoti le responsabilità politiche della azione politica errata. Altrimenti devi dire la verità dicendo di chi sono le responsabilità, ma non come atto di accusa, ma come atto politico questo si è che ha valenza politica, qui quando invece il maestro diventa aquila. Bisogna prendere atto degli errori e salvarsi dalla deriva, sono caduti i governi nazionali per cose veramente ridicole(avviso di garanzia Berlusconi), hanno iniziato la procedura di impeachment per i Presidenti degli Stati Uniti d’America per un rapporto orale( caso Lewinsky), l’ultimo governo nazionale cade nonostante qualcuno rassicurava il Primo Ministro, con la celebre frase “Enrico stai sereno”. Vuol dire che ogni mandato politico si può interrompere se non si vuole mettere la barra dritta, se il capitano vuole e ne ha tutti i poteri ordina all’equipaggio di seguire la direzione, ma se il mozzo di bordo si accorge perché’ meno stanco che il capitano sta portando la nave incontro ad un iceberg, badate bene l’iceberg è da tutt’altra parte il capitano vi sta andando incontro perché’ pensa che la sua nave è inaffondabile, il mozzo di bordo con garbo e rispetto per la carica che ha davanti lo fa presente, dopo che lo ha detto e ridetto ed informato anche gli altri ufficiali di bordo , i sottufficiali, marinai semplici e ciurma, il mozzo dice, ma perché’ schiantarsi da fessi non è meglio che il capitano cambi rotta, sicuramente lo farà ed anche in fretta è troppo intelligente, proprio ora che siamo quasi approdati al porto della “giustizia” quasi raggiunta con molte difficoltà, ma con la consapevolezza che lì vi saremmo giunti sicuramente, perché l’onestà del CAPITANO è inconfutabile ora che la crociera sta per finire degnamente e con la possibilità di riiniziare un bel viaggio con mare sereno, il capitano vuole portare il mozzo di bordo a prendere un iceberg in pieno, capitano svegliaaaaaaaa. “Ma capitano non te lo volevo dire, ma c’è in mezzo al mare una donna bianca, così enorme, alla luce delle stelle, così bella, che di guardarla uno non si stanca. Questa nave fa duemila nodi, in mezzo ai ghiacci tropicali, ed ha un motore di un milione di cavalli che al posto degli zoccoli hanno le ali. La nave è fulmine, torpedine, miccia, scintillante bellezza, fosforo e fantasia, molecole d’acciaio, pistone, rabbia, guerra lampo e poesia. In questa notte elettrica e veloce, in questa croce di novecento, il futuro è una palla di cannone accesa e noi la stiamo quasi raggiungendo. E il capitano disse al mozzo di bordo “signor mozzo, io non vedo niente. c’è solo un po’ di nebbia che annuncia il sole. Andiamo avanti tranquillamente“. Tutto questo per riprendere anche un pensiero del Professore Prodi, l’Italia si governa come governi casa tua, disse in altre riunioni dove potei partecipare da uditore, ognuno ha un compito, devi ascoltare tutti anche il mozzo di bordo, perché se vuoi fare tutto tu e ti fidi di poche persone, rischi di rimanere in “bolletta”(senza soldi), o magari hai un frigorifero pieno di tanti passatelli, lasagne, turtelen, ma sei alla “canna del gas”, perché’ i pochi fidati non hanno pagato o hanno speso i soldi per premiare “Renzo Ulivieri”allenatore della bulogna non è un errore, non Fabio Olivieri. Che ben venga l’atto politico forte ma ciò presuppone che si riconoscano le vere conseguenze. Il mio ondivagare è legato alla nave che vuole andare per forza contro l’iceberg, badate bene il mozzo ha detto che non è necessario prenderlo in pieno, possiamo salvare tutti anche il mozzo, l’importante che il capitano cambi rotta, altrimenti se ciò non dovesse avvenire, il mozzo si salverà perché’ l’iceberg lo ha visto e lo ha detto a tutti, ognuno poi faccia come meglio creda. Poi per cortesia nel profano, non mettiamoci San FRANCESCO di PAOLA che è stato un grande politico, non per niente andò a Napoli è si mise di traverso al RE e poi proseguì per la Francia in quel periodo non proprio una Francia pacifica e li morì.
Giampiero Dardano (mozzo di bordo ed anche consigliere comunale) |