L’argomento fusione mi appassiona sul piano politico, non sulla circostanza che lo stesso verrà seguito personalmente dalle amministrazioni comunali di Corigliano e di Rossano. Entrambi non hanno qualità politica ed è chiaro anche alle pietre della strada, che sono tante. Il dibattito non può ricondursi a piani di fattibilità o di conti, ma deve indicare le svolte epocali che vi possono essere, in favore dei cittadini elettori. Vorrei evidenziare che nell’ anno 1992, i Comuni di Corigliano e Rossano, sono stati incapaci di svolgere un ruolo politico per far diventare questo territorio, una Provincia, con tutte le conseguenze positive che ne sarebbero derivate. ( costituzione della Provincia, Tribunale, ASP, Ufficio delle Entrate, Prefettura, Questura e altri uffici che avrebbero determinato nuovi posti di lavoro certi). La Provincia di catanzaro, nello stesso periodo è sta divisa, in due province, Crotone e Vibo. Insomma, mancano all’ appello, un progetto politico, gli intermediari che si faranno garanti di tale operazione e le strategie politiche per attuarlo. Le assisi comunali, avrebbero dovuto e possono ancora farlo, indire un consiglio comunale congiunto, aperto anche ai cittadini, al fine di rendere plausibile un percorso che al momento, risulta un salto ad ostacoli. Vince chi riesce a metterla più in alto. Ritengo che la Diocesi, la quale si è formalmente schierata verso il SI, unitamente alle forze politiche ed ai Comitati per il Si e No, debbano procedere ad informare i cittadini di quello che potrebbe avvenire nell’ ipotesi di fusione dei due Comuni di Rossano e Corigliano. Le amministrazioni comunali, litigano, ed i Comitati per il Si ed il No, invece pure. Nessuno dei contendenti riesce ad essere lucido nell’ esposizione di un progetto che non esiste, di fusione. La legge regionale, allo stato è chiara. Si sommano i voti delle due comunità, quindi vince certamente il SI. Senza regole certe, credo personalmente che pochi intimi determineranno le sorti di un territorio. Pertanto auspico un coinvolgimento dei cittadini, di rossano e di corigliano, da parte delle forze politiche e della Diocesi. Quest’ ultima, essendo il referendum un atto politico, si è schierata per il Si, pertanto dovrà illustrare, nei modi e termini che riterrà opportuni, la propria scelta. Quando la Chiesa si mette all’ opera i risultati sono evidenti e sotto gli occhi dei fedeli, quindi mi auspico un intervento politico di grande spessore, con un progetto politico ed in questo la Chiesa è maestra. Mi auguro, che la Diocesi, intervenga nel dibattito politico e ponga fine alla battaglia in corso tra i contendenti, auspicando ai cittadini elettori ogni benessere, in favore della fusione dei due comuni limitrofi e promuovendosi garante dell’ operazione politica in corso. Inoltre, leggasi l’ art. 32 dello statuto del Comune di Corigliano Calabro, attualmente in vigore. Tale lettura deve essere svolta e commentata dal Sig. Sindaco di Corigliano Calabro, dal Presidente del Consiglio e da tutti i componenti del consiglio comunale, siano essi di maggioranza o di opposizione. Grazie.
Giovanni Santelli ( avvocato) |