Nella giornata di venerdì scorso, in occasione della celebrazione dell’ennesimo (inutile) Consiglio Comunale sulla fusione, non credo di esagerare se affermo come si sia consumata una delle pagine più tristi nella storia del nostro Comune e della consiliatura Geraci, ove mai ve ne fosse il bisogno.
Ma andiamo con ordine. Nello scorso 12 agosto, in sede di consiglio comunale, Geraci richiese espressamente, così come cristallizzato in deliberazione, che entro e non oltre il 7 di settembre scorso la Regione avrebbe dovuto modificare la normativa sulla fusione inserendo, nella stessa, di nuovo il quorum e specificando, opportunamente, come ai fini del risultato referendario dovessero contare le singole volontà locali e non già il bacino d’utenza complessivamente considerato. Qualora i suoi desiderata non fossero stati realizzati entro il 7 di settembre, lo stesso Geraci promise: “darò le dimissioni”. Il 7 di settembre è arrivato e passato da un pezzo, ovviamente la Regione non ha preso nemmeno in considerazione le ridicole richieste del Sindaco Coriglianese, avanzate a soli due mesi dal referendum nè, tantomeno, quest’ultimo ha provveduto a dimettersi, nonostante lo avesse certificato egli stesso in una deliberazione consiliare ufficiale (Deliberazione Consiliare n. 37 dello scorso 12 agosto http://comune.coriglianocalabro.cs.it/index.php?action=index&p=505).
E siamo allo scorso venerdì. Geraci propone al Consiglio, ancora una volta, il ritiro dell’atto d’impulso ma, ancora una volta, non si vota. Geraci la fusione non la vuole e non l’ha mai voluta. Ma i numeri non ce li ha. Geraci non controlla più la sua maggioranza, e già da tempo, se mai l’abbia controllata. Comincia un ben poco edificante braccio di ferro tra consiglieri pro e contro fusione. Si dovrebbe votare in aula, “abbassare le carte” e vedere chi ha il punteggio più alto. E, che succede? Il coup de theatre che, nel corso della consiliatura Geraci, più che un’eccezione ha assunto, oramai, le fattezze di una vera e propria regola.
Venerdì, infatti, si sono svolte le “esequie” della democrazia comunale propriamente detta. Geraci ha proposto al Consiglio ancora una volta la revoca dell’atto di impulso ed i consiglieri comunali avrebbero dovuto finalmente esprimersi palesando il loro voto, così com’era giusto che fosse e così come avrebbe dovuto essere. E ad officiare tali “esequie” è stato niente di meno che il Consigliere PD Giovanni Torchiaro, colto luogotenente Geraciano in prestito tra i banchi dell’”opposizione”, tra le cui fila sembrerebbe opportunamente infiltrato in missione, nemmeno troppo “segreta“, fin dall’inizio della consiliatura ed il quale, con l’aiuto di buona parte degl’immancabili ed “altruisti chierichetti” di maggioranza ed “opposizione“, e con la benevola intercessione di San Pennacchio (protettore, ça va sans dire, indovinate un po’ di cosa) ha pensato bene di tendere, ancora una volta, la provvidenziale mano salvifica al “moribondo” Geraci evitandogli, in “zona Cesarini”, l’apposizione dell’”estrema unzione”. Politica, s’intende. Ed è ben la seconda volta considerando solo gli ultimi 4 consigli comunali che, a turno, i finti consiglieri 007 infiltrati all’opposizione salvano Geraci unitamente alle “capre ed ai cavoli“, oltre che ai “pennacchi”. Prima a luglio, nel corso dell’approvazione degli equilibri di bilancio, quando ben avrebbero potuto far mancare il numero legale assentandosi dall’aula e facendo “cadere” Geraci e poi lo scorso venerdì. Con questo non voglio di certo affermare che tutti i consiglieri di minoranza non facciano opposizione, ci mancherebbe. Diciamo che alcuni consiglieri di “minoranza” si limitano a fare un’”opposizione” che con la quale o senza la quale si rimane tale e quale.
Di sicuro il consiglio comunale di venerdì è servito a fare uscire allo scoperto Geraci, il quale si è dichiarato definitivamente contro la fusione e, di conseguenza, contro quei pochi consiglieri di maggioranza che vivamente la auspicano (Algieri, Ascente, Bruno, Dardano, Turano) così come è uscito allo scoperto anche Torchiaro il quale, come già raccontato, sembrerebbe avere abdicato definitivamente ed ufficialmente al ruolo di consigliere comunale d’opposizione.
Come farà il Sindaco Geraci, il quale ha elencato in un lungo intervento, a mo’ di giustificazione per il ritiro dell’atto d’impulso, tutte le presunte “mancanze“ di Rossano e della Regione in merito alla fusione, a fare campagna informativa in occasione del referendum del prossimo 22 ottobre se lui stesso ne ha proposto al Consiglio più volte la revoca dell’atto d’impulso? Siamo davvero alle comiche, da una parte ci sarà il Consigliere Comunale di maggioranza delegato alla fusione, Turano, il quale farà campagna per il “sì”, sostenuto da parte dell’”opposizione”, e dall’altro ci sarà il Sindaco Geraci, “sostenuto“, dalla stessa maggioranza che farà campagna per il “no”. Ma alle comiche, a Corigliano, ci siamo abituati. Da oltre 4 anni.
La verità è che Geraci avrebbe dovuto dimettersi già da tempo e come da egli stesso promesso e certificato nella Deliberazione Consiliare dello scorso 12 di agosto, tanto più perché non potrà contare oltre su nessuna maggioranza ma, al massimo, su di una manciata di consiglieri di minoranza i quali, all’occorrenza, continueranno a “tappare i buchi”, così come avvenuto lo scorso venerdì. Ed è davvero inverosimile la fattispecie tale per cui il Sindaco stia ancora “riscaldando” la poltrona solo grazie a parte della “minoranza” consiliare. Quanto vale, arrivati a questo punto, la parola di Giuseppe Geraci? Nulla, ovviamente. Ma questo non lo scopriamo di certo solo oggi. Così come non è valsa a nulla la sua dilettantesca “amministrazione” la quale non ha fatto altro che collezionare un ammontare enorme di fallimenti, più o meno eclatanti, ed in serie. Dalla “gestione“ del randagismo a quella della depurazione delle acque. Dalla “riscossione” dei Tributi alla “gestione” del Patrimonio comunale. Dalla “manutenzione“ stradale a quella delle reti idriche e fognarie. Dall’Ufficio Europa, (il quale doveva “intercettare” fondi europei e che alla fine è riuscito ad intercettare sì e no qualche nugolo di moscerini), alle gravissime contestazioni mosse dalla Corte dei Conti, e mai risolte, fino agli accertamenti dell’Ispettorato del MEF sull’”indebita” distribuzione ai dipendenti comunali del salario accessorio, per quasi mezzo milione di euro,ed alla più recente e “miracolosa” presunta “scomparsa” di un’intera strada nel bel mezzo dello Scalo, Via Alfieri, manco fossimo in Honduras. E come dimenticare le “intercettate gesta“ del Bellucci, fido “braccio destro“ di Geraci, nonchè Segretario Comunale, il quale ebbe modo di “definire” i Commissari Prefettizi Tarsia, Scialla e Buda alla stregua della “mafia organizzata“ (niente di meno), o i presunti giri di “mazzette” al cimitero per seppellire i defunti, fino al secondo, consecutivo, e recentissimo accesso della Commissione Antimafia inviata dal Prefetto di Cosenza su delega del Ministero dell’Interno?
Si dice che al peggio non ci sia mai fine. Stiamo a vedere. |