Ci sono tanti rossanesi, semplici cittadini, lavoratori, studenti, che dicono No alla “soppressione” del comune.
E’ in gioco la nostra storia: le nostre origini, la dignità di un popolo, non si possono cancellare con un semplice segno di matita. Una fusione che divide i cittadini non è una buona cosa. Riteniamo che sia più efficace una “Unione dei Comuni” che fa la forza e non una fusione. Questa “Forza” noi la immaginiamo, se mai, anche con comuni limitrofi come Crosia, Cassano e con tutti quei comuni serviti una volta dalla famosa Asl n.3, che va dagli ospedali dei comuni di Cariati all’ospedale del comune di Trebisacce.
Non si lascia fuori nessuno. La fusione esclude, Noi desideriamo includere. La forza dei singoli comuni determina la vera e grande opportunità per la sibaritide.
Va ricordato, inoltre, che il risultato del referendum cui ci vogliono sottoporre non sarà vincolante.
E, d’altra parte, poiché non è previsto un quorum certo per la sua validità, per favorire la vittoria dei SI basta non pubblicizzarlo, non informare i cittadini su quanto avviene sopra le loro teste, così come di fatto sta accadendo adesso.
Dunque, questa fusione porta a degli ipotetici benefici, mentre gli svantaggi sono già certi, e sono derivanti dalla perdita’ dell’identità dei comuni.
Il Comune derivante dalla fusione Rossano-Corigliano diventerebbe terra di conquista dei partiti e dei politici in carriera, caratterizzato non solo dalla contrapposizione politica, ma anche dalle beghe campanilistiche delle diverse comunità».
I Comitati del «no alla fusione» sono invece favorevoli alla “collaborazione fra i Comuni”. Essi promuovono l’associazione dei servizi e contrappongono l’Unione” alla “Fusione” per salvare i nostri comuni, la loro storia, le loro tradizioni, in una parola, la loro identità: se sono esistiti per anni ci sarà pure una ragione.
«I passi che hanno portato al referendum sono stati caratterizzati da una incomprensibile frettolosità da parte degli attori, tanto che molti cittadini hanno fatto un passo indietro rispetto alla loro posizione.
Non c’è stato alcun dialogo e confronto costruttivo con le categorie economiche, la società, le associazioni per creare assieme un progetto condiviso. Solo ora, a cose fatte, viene illustrato un documento su un “volantino” pensato da pochi, richiedendo di condividerlo senza alcuna garanzia. Non è stato redatto e presentato uno statuto che costituisca un patto con gli elettori, in cui siano definiti gli aspetti chiave che determineranno il futuro del Comune unico e delle singole comunità quali: rappresentanza dei singoli paesi, regolamenti urbanistici, regolamenti sui trattamenti fitosanitari e altro.
Il Comune unico porterebbe, inoltre, anche ad un progressivo accentramento del potere decisionale, allontanandolo dalle singole comunità, distruggendo il filo diretto che attualmente c’è tra popolazione ed amministrazione. Senza regole scritte il futuro presenta grandi incertezze per le categorie economiche. Per l’agricoltura, ad esempio, c’è il rischio di vedersi applicati regolamenti restrittivi che impediscono gli impianti intensivi.
Vogliamo qui ricordare uno dei più e belli e significativi dei Proverbi e Detti Calabresi:
A pignata da cuminia non bugghi mai. La pentola della comunità non bolle mai
Raccogliamo, dunque, l’appello di un cittadino coriglianese che vive in argentina: il comune “no se toca”!
Concludiamo con una riflessione: fra gli adempimenti fondamentali di un comune nato da una fusione vi è l’individuazione e l’istituzione del santo patrono.. Di …. quale santo patrono?
Evitiamo, con il vostro buon senso, anche questa inutile diatriba fra le due comunità. Facciamo in modo che ancora si dica: “viva san Francesco di Paola” a Corigliano e “viva la S.S. Achiropita” a Rossano. I nostri santi patroni che ci hanno sempre protetto fino adesso, ci proteggeranno ancora una volta allontanando la peste della fusione, guidando le vostre coscienze ad un No alla Fusione.
Comitati per il No alla fusione di Rossano |