“IDOLATRIA E RELIGIOSITÀ“ DI LUIGI VISCIGLIA
 
lunedì 11 settembre 2017 14:47
 
“Idolatria e religiosità“ di Luigi Visciglia

IDOLATRIA E RELIGIOSITÀ
27 Agosto 2017


Dal tempo dei tempi: Horus e Sunset si rincorrono senza mai incontrarsi; con le sue tenui ombre Sunset incute paura, ad ogni albore Horus sorge, recando luce e calore,
preservando l’uomo dall’oscurità. Gli Anunnaki, giganti venuti dalle stelle, progenie degli Dei scesi dal cielo, gli Dei celesti hanno modificato il gene dell’uomo, con alta ingegneria genetica, per sfruttarli come manovalanza. La civiltà sumera: conoscenza, sviluppo, civiltà. L’uomo, con un guizzo di furbizia, inventò la superstiziosa paura, derivandone le divinità protettrici, adorando gli elementi della Natura: il sole, la terra, l’acqua, il vento, attribuendo loro sembianze umane, idoli personificati. Tutto hanno scritto con le loro tavolette cuneiformi, hanno trasmesso la loro conoscenza fino alla cultura moderna, dalla creazione al diluvio universale, le leggi sumeriche, riscritte ed elaborate, divennero: “la Bibbia”, le nascite divine da vergine madri, fra miti e credenze, ancora resistono.
I monoteisti manifestano nelle parole e nei fatti un potere assolutistico, hanno una visione ostile verso le religioni che l’hanno preceduta, non accettano di essere una continuazione delle credenze antiche e si considerano antagonisti con loro. L’ebraismo, un prodotto della cultura cananea, si considera nemico della religione locale. La loro filosofia di un Dio rigorosamente unico è sfociata nella demonizzazione del credo precedente, culminando nello sterminio dei cananei e i palestinesi devono essere cacciati e sterminati perché il loro Dio ha promesso quella terra. Il Dio degli ebrei non è un Dio universale d’amore e d’umanità, è il loro Dio guerriero, costruito a loro immagine e somiglianza, per proteggerli e governare il mondo. Una frattura sociale si ebbe con la nascita di Gesù, il Messia doveva essere un nuovo Davide, invece arrivò un uomo che parlava di pace e uguaglianza umana: “fu crocifisso” creando un forte contrasto interno, dando così origine al Cristianesimo.
Come tutti i popoli dell’antichità, ad eccezione degli ebrei, i greci erano politeisti, credevano in più divinità e trovavano in loro una spiegazione a tutti i fenomeni della Natura e della Vita. Erano molto superstiziosi, si rivolgevano agli oracoli per avere la protezione degli Dei, immolavano animali, compiendo sacrifici. La religione greca era: pervasiva, investiva ogni aspetto della vita sociale, utilitaristica, era intesa come una sorta di scambio tra l’offerta fatta e la grazia ricevuta. La religione greca non era formata da caste religiose, le funzioni avevano un valore civile, era tutta la collettività che partecipava ai sacrifici agli Dei, le processioni e le feste agli Dei protettori. Gli Dei abitavano nel Pantheon e venivano rappresentati con sembianze umane e venivano loro attribuiti anche i vizi e le virtù umane, avevano poteri soprannaturali, però non potevano condizionare il fato. Zeus, Signore di tutti gli Dei. Poseidone, Dio del mare. Ares, Dio della Guerra. Efeso, Dio del fuoco. Ades, sovrano del regno dei morti. Apollo, Dio della bellezza e della forza. Era, moglie di Zeus e protettrice dei matrimoni. Afrodite, Dea dell’amore e della bellezza. Artemide, Dea dei boschi e delle selve. Atena, Dea Della ragione.
I greci avevano un testo sacro, le credenze religiose spettarono a poeti e letterati, che modificarono i miti e le caratteristiche delle divinità adorate, facendo nascere divinità minori, come le Ninfe e i Satiri, i semidei eroizzati occuparono un posto importante. La tendenza fu quella di ingrandire il Pantheon, nacquero il culto a Eleusi e quello dedicato a Dioniso. La visione primordiale sulla religiosità umana fu il concetto religioso di credere. La religione arcaica romana deriva da un rituale etrusco, dove Romolo si mise in opera per la fondazione della città di Roma. Manca la personificazione della divinità, non c’è un Dio fatto persona, perché aveva avversione alla speculazione filosofica e soprattutto alla rappresentazione fantastica di Dio. Per questo ci fu il disprezzo verso gli artisti, per Romolo non aveva senso scolpire o rappresentare Dio. Non potevano avere spazio le speculazioni filosofiche e immagini mitologiche.
La personificazione di Dio si diffuse in un secondo momento. Il romano Prisco non concepiva una personificazione del divino con una fede in un Dio come persona. Il Numen è: potenza divina, cenno divino, volontà divina, divinità stessa, la presenza e la volontà onnipotente della divinità, il Dio stesso. Il Numen è un essere che non si può personificare. Il dualismo che vede l’uomo da una parte e Dio dall’altra, l’intera religione non nella fede, ma in un rapporto diretto, non esiste uno spazio celeste dove dimora Dio. Il Numen si manifesta in questo mondo, per chi ha la capacità di una percezione diretta, che nel tempo i romani hanno perso. Numen, potenza impersonale, percezione diretta, rifiuto delle immagini. Il Numen non ha bisogno della mediazione d’immagine e di simboli, di creazioni mitologiche e teologiche, l’uomo moderno non percepisce il mistero del Numen come potenza impersonale.
Nella religione romana si affaccia la metafisica invocazione agli Dei, azione con la divinità, io sento chi sto nominando, una corrispondenza spirituale fra la divinità invocata e l’uomo; se s’invoca la divinità del dolore, dell’odio, della calma, l’uomo avverte e viene coinvolto da questi sentimenti. Nel rito si accentra tutta la vita romana; gli Auri, “i sacerdoti”, avevano la conoscenza rituale verso gli Dei, creando un’azione diretta con il rito, rispetto alla spiritualità. Chi rispettava la tradizione era nel vero. Il romano pregava gli Dei in piedi, con le braccia alzate verso il sole. Il romano aveva un concetto magico verso la religione, esigeva, costringeva Dio a servire la volontà umana e Dio non può sottrarsi a servire l’uomo. Mentre in futuro la religione cristiana è sottomissione alla divinità invocata, prega in ginocchio e con la testa bassa, con l’azione religiosa implora, supplica l’intervento del divino.
Templum non significa tempio, era uno spazio sacro, il sacerdote con un bastone delimitava nello spazio, oppure sul terreno, un confine invalicabile. Ecco perché Romolo uccise Remo, perché aveva oltrepassato il limite invalicabile e quindi condannato a morte. I romani dicevano che quando si perdono i limiti è la fine dell’umanità, chi oltrepassava il limite è maledetto e va messo a morte. Oggi la civiltà europea con la cancellazione dei limiti determina la fine della stessa civiltà europea. Ogni popolo si crea una divinità da invocare e ricevere protezione nei suoi confini. L’oracolo romano annunciò: quando si distruggeranno i limiti, sarà la fine del mondo, come la civiltà europea, la fine dell’Europa è accompagnata dalla rottura dei limiti,
quando i limiti morali, civili, geografici vengono cancellati, è la fine di un ciclo storico e sociale. Come Roma divenne cristiana, una potenza che si confronterà con un misterioso culto pacifista.
Il forte giogo della schiavitù fece spirare un vento che predicava una nuova dottrina rivoluzionaria che scosse le coscienze; predicava la fratellanza, l’uguaglianza fra gli uomini, una religione diversa: “il Cristianesimo”, nato alla periferia dell’Impero. La morte di Gesù, uno dei tanti ribelli, non ebbe grande risalto, i seguaci di Gesù usarono il potere dei loro oppressori per diffondere il nuovo culto. La religione cristiana è diversa, è fondamentalmente in contrasto con tutto ciò che Roma rappresenta, quindi lo scontro è inevitabile. I romani erano seguaci del politeismo: una divinità per mestieri, per situazione, Giove, padre di tutti gli Dei, è il protettore di tutti, veglia sul governo, la giustizia e l’ordine. I romani credono che i loro Dei camminano in mezzo a loro, intervenendo in modo diretto sulla vita quotidiana della città; al contrario la religione cristiana dà importanza all’essere pronto per l’Aldilà. I cristiani hanno un unico Dio onnipotente, le loro guide predicano la pace, l’uguaglianza, la fratellanza, la povertà. Il Cristianesimo divulga un messaggio molto pericoloso per l’Impero romano. Una religione per i poveri, l’emarginato, lo schiavo; i primi seguaci furono quelli negli strati più umili della società; la nuova filosofia religiosa si diffuse come il virus di una malattia, il nuovo messaggio iniziò a dividere gli strati sociali dell’Impero romano.
L’incendio di Roma è stato il pretesto per la persecuzione verso il nuovo culto, Nerone doveva distruggere per ricostruire una parte della città, incendiò Roma ed incolpò i cristiani, condannandoli a morte. Nella persecuzione e nel martirio, i cristiani aumentavano, il nuovo messaggio dove tutti gli uomini sono uguali richiamava altri seguaci, accoglieva tutti, tanto gli schiavi che i leader, tanto i ricchi quanto i poveri, sia uomini che donne; l’obiettivo era conquistare i cuori, la marcia dei cristiani è inarrestabile. I cristiani vennero perseguitati, non solo per il loro credo d’uguaglianza, ma su quello che si rifiutavano di fare, non volevano partecipare ai riti religiosi romani, rifiutandosi di fare offerte in sacrificio agli Dei, per i cristiani questo rito è blasfemo. I romani offrivano sacrifici agli Dei per ricevere benefici, non offrendo sacrifici significava attirare l’ira degli Dei.
La crescita smisurata dei cristiani li portò ad una fase di potere. I cristiani iniziarono ad organizzarsi socialmente, ogni comunità eleggeva un rappresentante chiamato “vescovo”. Diocleziano, vedendo l’enorme crescita dei cristiani ed il loro rifiuto alle tradizioni delle loro divinità e qualche conquista sociale, iniziò un nuovo sanguinoso sterminio, persecuzioni, morte, confisca dei beni per i ceti più facoltosi. Con la persecuzione e l’uccisione inizia il culto del martire. Un Impero è costituito da popoli con le proprie credenze religiose, imporre una religione con la forza, si ha uno scontro sociale con lo sterminio di una parte dei sudditi. Il potere è al di sopra di tutto, gestisce i sudditi e le divinità, mantiene l’equilibrio sociale. Più grande è l’Impero, più religioni si professano. Il potere cerca un equilibrio religioso per mantenere la calma sociale. Le divinità sono solo dei nomi scolpiti nella mente che hanno la funzione di far vivere l’uomo nella superstizione della paura, nella speranza del divino ignoto. Per far cessare le persecuzioni e dare una pace sociale, Costantino promulgò una legge che concedeva la libertà di culto: è garantita ai cristiani e a tutti quanti gli altri la libertà di culto, in modo che quale che sia la divinità celeste possa mostrare la sua benevolenza a noi e a tutti quelli che sono sotto il nostro potere.
La stampa ha sempre avuto una grande influenza sulla vita e sul comportamento umano, influenzato le coscienze, facendo accettare un fatto negativo, raccontato in modo diverso dalla realtà, e diventare come notizia positiva. Torquato Tasso scrisse “La Gerusalemme liberata”, rendendo positiva la sete di potere, nascosta sotto la cenere dell’eroica impresa per liberare il Santo Sepolcro. Cantò l’arme pietose e “il capitano che il gran Sepolcro liberò di Cristo…”. Questi eventi sanguinosi comportano un forte conflitto fra l’Occidente ed il mondo islamico, un pellegrinaggio armato con volontà di conquiste sotto forma di liberare, riconquistare ed impadronirsi di Gerusalemme. Dio lo vuole, oppure è la volontà umana. Conquistati i territori vicini alla Città Santa, sperimentarono la prima colonizzazione, restarono a governare in nome di Dio e di Cristo. Lentamente scorre il tempo, in Europa le religioni sono in contrasto fra di loro, piccoli giuochi di supremazia. Il potere di turno per riportare un equilibrio stabile in nome della religione formò “la Santa Inquisizione”. Quante vite innocenti sono state stroncate da coloro che si arrogavano di parlare in nome di Dio, massacrare nel nome della croce un numero spaventoso di esseri umani, un fenomeno oscuro approvato dalla più alta carica della Chiesa; migliaia di innocenti furono condannati, torturati, con paranoica, sadica ferocia per una verità inesistente.
Hanno costruito templi, chiese, monasteri riempiti di uomini, conventi pieni di donne tenute in clausura, hanno fatto giuramento di castità. La natura umana si ribella, la trasgressione della carne crea omosessualità e pedofilia nelle celle tetre ed austere di quei luoghi senza ideali. Esseri umani che gestiscono regole umane dettate dal potere divino, con dissolutezza umana. Giulio III, Papa pedofilo e sodomita, aveva diversi amanti, tra i quali un giovane di diciassette anni, che nominò cardinale; quando gli chiesero il perché di quella nomina rispose: “Che cosa avete visto in me da farmi Papa?”. Papa Giovanni XII, un criminale accusato di omicidio, spergiuro, sacrilegio, incesto, sodomia. Papa Sergio I si fece eleggere Papa in cambio di denaro e non ha esitato a stuprare una giovane suora. Papa Gregorio VII fece avvelenare sei vescovi che non condividevano il suo operato, aveva come amante la contessa di Canossa e ne fece uccidere il marito che gli rendeva difficoltosa la relazione con la moglie. Papa Pio V era padre di tre figli, avuti dalla sua amante quando era vescovo inquisitore a Bergamo, dove era stato soprannominato “il boia di Bergamo”; questo Papa torturatore e assassino fu santificato. Alessandro VI (Borgia), un tiranno, despota, nepotismo, corruzione, omicidi, questi erano i metodi usati da Sua Santità. La sete di potere umano ha generato un potere divino, unendoli in un matrimonio indissolubile che generarono “la non umanizzazione del genere umano”. Frodi spirituali e spargimenti di sangue in nome della religione, il Vaticano li ha definiti eventi gioiosi come le Crociate e l’Inquisizione.
Il mito religioso è l’arma più potente che sia mai stata creata e serve come terreno psicologico sopra il quale altri miti possono sorgere. I Dieci Comandamenti sono stati ripresi integralmente dalla formula n. 125 del Libro dei morti dagli egiziani, la Bibbia non è altro che un’opera ibrida astro-teologica, come pressoché tutte le precedenti mitologie religiose. Trasferire un personaggio ad un nuovo personaggio. La religiose è la più alta e raffinata forma di superstizione e di paura per il controllo sociale; non essendo la religione una scienza esatta, viene gestita e manipolata a seconda delle esigenze del potere. La nascita filosofica di Dio è stata una grande idea umana, per sottomettere l’uomo alla volontà dell’uomo in nome di Dio. Se ci riuscite, liberatevi e sognate i vostri sogni senza crearvi stereotipi divini da idolatrare.

Luigi Visciglia
 

 
   
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